Obbligazioni – Le fibrillazioni politiche nuocciono allo spread

Il differenziale col Bund si allarga prepotentemente oltre la soglia di 170 punti base che, fino a ieri, aveva rappresentato una vera resistenza ai gradi di libertà che il rendimento italiano a lungo termine si era potuto concedere vis-à-vis il benchmark di riferimento europeo.

A fare detonatore all’improvvisa fibrillazione sul costo medio atteso del debito pubblico non si fa fatica a capire essere la recrudescenza dello scontro politico, ma soprattutto le discrepanze all’interno del Governo dove il Premier Conte sembra trovare effettivo sostegno solo dal Pd. Il mercato avverte la fragilità della coalizione e la delicatezza del momento e non tarda a darne prova, prova che solo apparentemente si stempera nella fase di risalita dei tassi a livello più generale.

Peraltro, è l’intera curva italiana a traslare all’insù con anche il titolo biennale tornato a rendere quasi un generoso (sempre in termini comparativi) 0,10%.

In una giornata priva di dati economici di rilievo non deve sfuggire comunque il tasso di aggiudicazione d’asta del JGB decennale, il benchmark dei titoli di Stato giapponesi, che si dimezza rispetto all’appuntamento precedente portandosi al -0,04% segno che, anche in un mercato dove la Banca Centrale controlla espressamente i tassi di lungo termine, il movimento è verso l’alto.

Il discorso di Lagarde, al momento, conferma la posizione ferma della Bce, ma gli operatori guardano o provano a guardare sempre oltre le pronunciazioni di circostanza e cercheranno presto dati concreti per capire se il nuovo corso dell’Eurotower sarà veramente nel solco della gestione Draghi.

La sfuriata di Trump annichilisce le piazze azionarie con una doccia gelata che raffredda inevitabilmente gli entusiasmi e, oltre alle Borse, ne risente il dollaro che perde repentinamente l’orientamento (1,1080) anche sul pretesto di dati macroeconomici peggiori rispetto alle rilevazioni precedenti, ma in realtà allineati in larga parte al consenso.

Gli spread degli high-yield non rilevano ancora la giornata anomala di ieri, ma si scollano nel movimento con un valore in euro ancora in correzione al ribasso di quasi dieci punti base e quello in dollari viceversa che rimbalza di poco, m si riporta sopra 400.