Chi si aspettava di trovare nel nuovo piano di UniCredit uno scenario di crescita tramite M&A rimarrà un po’ deluso. Il nuovo business plan “Team 23” non prevede una grande operazione straordinaria. Non solo. Nel commentare il piano alla comunità finanziaria Jean Pierre Mustier, Ceo di UniCredit, ha espressamente negato l’intenzione di percorrere tale strada.
Solo un anno fa Mustier era al centro di rumor su possibili acquisizioni estere. Dapprima sono circolate voci su un possibile merger con Société Générale, poi che UniCredit avesse nel mirino Commerzbank. E giusto nel dicembre 2018 Mustier non escludeva del tutto l’ipotesi di un’operazione straordinaria internazionale, ma precisava che la banca non sarebbe stata coinvolta in alcuna operazione “nei prossimi 3-4 anni”.
Il migliore investimento per UniCredit, invece, secondo il nuovo piano sarà quello su se stesso. Nei prossimi 3 anni, infatti, è previsto l’impegno di 2 miliardi in buy-back. Si acquista una realtà ben gestita ed efficiente, senza “rischio di execution”, come ha sottolineato il manager durante la conference call.
Non sono, invece, escluse piccole operazioni di dimensioni minori. Probabilmente all’estero. “Il nostro piano di crescita è basato su quella organica” ha sottolineato Francesco Giordano, co-Ceo commercial banking Western Europe, nella presentazione. Mentre Gianfranco Bisagni, co-Ceo commercial banking Central Eastern Europe, ha ammesso che qualche operazione potrebbe essere vagliata, ma di dimensioni contenute.
Infine, nel corso della presentazione è stata confermata la creazione di una sub-holding che raggrupperà le attività estere. Ma non sarà lo strumento per operazioni straordinarie. Sarà di diritto italiano e non sarà quotata e il suo scopo sarà quello di migliorare la posizione Mrel della banca.