Il piano prevede una crescita dei ricavi a un tasso annuo dello 0,8% al 2023, calcolata su ipotesi macroeconomiche molto prudenziali. E si basa su uno stringente controllo dei costi che ne determinerà, secondo le attese, un calo medio dello 0,2% all’anno. Tra le ipotesi, una diminuzione di 8.000 dipendenti e una chiusura di 500 sportelli a fine piano.
Il nuovo piano triennale di UniCredit, denominato “Team 23”, prevede un incremento dell’utile normalizzato, cioè a prescindere da eventuali elementi straordinari, a 5 miliardi nel 2023, che si compara con i 3 miliardi del 2018 (3,8 miliardi quelli da bilancio).
Il piano è stato costruito sulla base di stime riguardo il contesto macroeconomico molto prudenziali. I ricavi sono attesi nel 2023 a 19,3 miliardi, che implica un Cagr 2018-2023 dello 0,8 per cento. Il tutto basato su ipotesi, viene sottolineato dalla banca nel comunicato, di tassi d’interesse “più conservative rispetto al mercato”. Il piano presuppone l’Euribor a 3 mesi a fine periodo a circa -50 pb tra il 2019 e il 2022, in rialzo a -40 pb nel 2023.
La crescita dei ricavi sarà supportata da un incremento della base di clientela soprattutto facendo leva, come motori di crescita, sulle aree CEE e sulla divisione CIB e sul rafforzamento della “leadership come banca di riferimento per le Pmi europee”. Inoltre, la banca punta a un miglioramento dei modelli di distribuzione e di servizio e quindi innalzando il livello di esperienza del cliente.
La prudente previsione sulla crescita dei ricavi è accompagnata da un rigoroso controllo dei costi, come già dimostrato nel precedente piano “Transform 2019”. I costi nel 2023 sono previsti a 10,2 miliardi, che implica un Cagr 2018-2023 in calo del 0,2 per cento.
In particolare, sono previsti 1 miliardo di risparmi lordi in Europa occidentale, equivalente al 12% della base di costo 2018.
I risparmi saranno ottenuti mediante l’adozione di “nuove modalità di lavoro per ottimizzare costantemente i processi, migliorare l’esperienza del cliente e ottenere maggiore efficienza”. L’obiettivo è di arrivare a un modello di “Banca retail paperless” in Italia già da metà del 2020, in Germania e Austria nel 2021 e nella regione CEE entro il 2023.
Sono previsti nuovi tagli del personale (a fine piano vi saranno 8.000 unità in meno) e chiusure di sportelli (500 a fine piano).