L’Autorità di controllo avverte che alla data della pubblicazione del prospetto, “sussistono significative incertezze in merito alla prospettiva della continuità aziendale della banca e del gruppo”. Di conseguenza “il valore delle azioni e dei warrant potrebbe essere azzerato, incorrendo così l’investitore in una perdita totale del capitale investito”. Inoltre, c’è il rischio che le azioni della banca non siano riammesse alle negoziazioni.
Il via libera da parte della Consob al prospetto relativo all’aumento di capitale di Carige, che ne ha permesso oggi la partenza, è accompagnato da una serie di avvertenze che l’organo di controllo ha chiesto alla banca di comunicare.
La Consob sottolinea che “alla data del prospetto, sussistono significative incertezze in merito alla prospettiva della continuità aziendale della banca e del gruppo”.
L’aumento di capitale va inquadrato nel contesto dell’operazione di rafforzamento patrimoniale complessiva che prevede, oltre alla ricapitalizzazione da 700 milioni, anche la cessione di Npe per 2,8 miliardi e l’emissione di obbligazioni subordinate Tier2 per 200 milioni.
“L’operazione di mercato proposta si configura quale operazione privata di salvataggio della banca (a tutela di tutti gli stakeholders: clienti, dipendenti, azionisti) al fine di scongiurare una situazione di crisi irreversibile, che porterebbe alla sua liquidazione con totale perdita di valore” si sottolinea nella nota.
“La realizzazione del rafforzamento patrimoniale costituisce condizione necessaria ma non sufficiente ai fini della prospettiva della continuità aziendale dell’emittente e del gruppo Carige” avverte l’organo di controllo, che sottolinea come la realizzazione del piano dipenda anche da elementi al di fuori dal controllo del management per cui non può essere garantito il successo. Inoltre, a oggi già si verificano alcuni scostamenti dell’andamento della banca rispetto alle previsioni del piano.
Nella nota si sottolinea anche che per il 2019 è previsto un bilancio ancora in rosso, con una perdita stimata in 783 milioni, dato molto vicino alle previsioni del piano di un risultato negativo pari a 779 milioni.
Infine esiste il rischio che, se al termine dell’aumento di capitale il flottante fosse inferiore al 10%, le azioni potrebbero non essere riammesse alle negoziazioni da parte di Borsa Italiana, con la conseguente impossibilità da parte degli investitori di liquidare la propria posizione.
Inoltre, viene reso noto che il 2 dicembre scorso è stato notificato a Carige un atto di citazione da parte del rappresentante comune degli azionisti di risparmio avente ad oggetto l’impugnazione delle deliberazioni assunte dall’assemblea straordinaria del 20 settembre 2019 relativamente all’aumento di capitale, per il quale potrebbe essere presentata una richiesta di sospensione che potrebbe impedirne il perfezionamento.