Obbligazioni – Tira e molla dei mercati

Incerti sul da farsi, ma soprattutto condizionati da un’attività più di trading che di investimento, i mercati finanziari proseguono un movimento scomposto, un po’ schizofrenico alternando rialzi e ribassi di una certa entità in maniera simmetrica, ma opposta sull’azionario e obbligazionario esattamente come suggerisce la teoria.

L’abbandono stizzito di Trump dal vertice-compleanno della Nato a Londra resta confinato alla cronaca e forse è proprio la mancanza di compattezza verso la posizione egemonica americana che contribuisce ad alimentare le speranze per un riavvicinamento delle posizioni Usa-Cina  sul tavolo del negoziato commerciale.

Il venerdì si apre quindi all’insegna dell’ottimismo per le Borse che approfittano dell’abbrivio di Wall Street, mentre i rendimenti dei benchmark riprendono a salire, molto tiepidamente, con un T-Bond di nuovo nella fascia 1,75/80 e il Bund che segna il passo di marcia in Europa con un rialzo di un paio di centesimi insensibile al dato sugli ordini industriali che deludono nel dato puntuale, ma è pur vero vengono rivisti in sostanziale rialzo per la rilevazione precedente.

Il BTP vive di luce riflessa senza riuscire ad esprimere un’opinione sull’iter di un Mes ormai monolitico nella sostanza, ma emendabile negli “allegati”, il progressivo picconamento di molte misure fiscali inizialmente inserite nel progetto di bilancio e i continui bisticci verbali che quotidianamente infestano la tenuta della maggioranza.

Cambi stabili e spread dei corporate High-yield che inevitabilmente incorporano la maggiore volatilità delle ultime sedute e muovono verso l’alto per riportarsi a  livello 414 in dollari e appena sopra 350 in euro.