Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dello 0,6% e in linea all’analogo europeo (-0,1%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,3%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, su cui restano le incertezze sulle tempistiche per il raggiungimento di un possibile accordo.
Sul fronte italiano, si resta in attesa dell’approvazione della manovra 2020 da parte del Parlamento entro fine anno.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund risalito in area 165 pb, sul comparto bancario sono prevalse le vendite.
Sul Ftse Mib contiene il calo Intesa Sanpaolo (-0,1%), che ha chiuso l’accordo con Prelios sugli Utp, mentre chiude in rialzo Bper (+0,5%), che nei giorni scorsi ha visto una rivisitazione della prima linea manageriale.
Stop per UniCredit (-1,3%), nel giorno successivo alla presentazione del piano che nel 2023 prevede un utile netto di 5 miliardi facendo leva sulla crescita organica e sul taglio dei costi.
Sul Mid Cap rallenta ancora Mps (-0,8%), con il mercato che resta in attesa di novità sui dettagli dell’uscita del Mef dal capitale, sul de-risking e sulla cessione degli immobili non core.
Resiste alle vendite Popolare Sondrio (+0,4%), che nei prossimi mesi sarà concentrata sul de-risking.
Tra le Small Cap focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con la banca che ha avviato l’aumento di capitale da 700 milioni dopo l’ok della Consob al prospetto e con l’authority che ha avvertito sul fatto che l’operazione presenta diversi rischi.