Quello dello sviluppo delle relazioni tra Stati Uniti e Cina resta tra i temi che continuano a impensierire maggiormente gli investitori all’avvicinarsi soprattutto del 15 dicembre, giorno in cui dovrebbero entrare in vigore le tariffe americane nei confronti di Pechino.
Nel frattempo in questa seconda metà di seduta le principali piazze europee scambiano deboli, con il Ftse Mib maglia nera, in calo dello 0,9 per cento.
I mercati valutano quindi attentamente i passi avanti compiuti dalle due superpotenze con la speranza che esse riescano a raggiungere presto un accordo di fase uno e scongiurare l’introduzione dei sopracitati dazi.
Intanto è giunto da oltreoceano qualche nuovo segnale incoraggiante. In particolare venerdì Larry Kudlow, consigliere economico della Casa Bianca, ha confermato la prossimità di un’intesa, oltre ad affermare che sono in corso trattative tra le parti circa la quantità di prodotti agricoli statunitensi che Pechino è pronta ad acquistare.
Inoltre Trump si è dichiarato soddisfatto sulla prosecuzione quasi quotidiana dei colloqui.
Qualche segno di debolezza è giunto invece dal fronte macro con l’export cinese, in calo per il quarto calo mese consecutivo a novembre (-1,1%), con un crollo del 23% dell’esportazioni verso gli Stati Uniti. Dati che scontano palesemente gli effetti delle tensioni commerciali.
Questa settimana occhi puntati inoltre sulle riunione di Fomc e Bce, che dovrebbero fornire aggiornamenti sulle previsioni economiche, senza però intervenire sul costo del denaro.
Tornando a Piazza Affari i tassi Btp proseguono la flessione della mattinata con il decennale italiano che rende l’1,38 per cento (-5 bp rispetto a venerdì), separato da un differenziale vs Bund a 169 punti (- 3 bp).
Al di là dell’Atlantico il T-Bond mostra un tasso dell’1,82% (-2 bp) mentre sul forex il cambio euro/dollaro risale sopra quota 1,107.