Mercati – Accelerano in scia a Trump, Piazza Affari a +0,7%

Borse europee in miglioramento insieme a Wall Street, dopo il tweet con cui Donald Trump ha affermato di essere molto vicino ad un grande accordo con la Cina.

Dow Jones (+0,5%), S&P 500 (+0,5%) e Nasdaq (+0,4%) hanno accelerato dopo una partenza debole, mentre nel Vecchio Continente avanzano il Ftse Mib (+0,7%), il Dax di Francoforte (+0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,7%), il Cac 40 di Parigi (+0,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,6%).

Il tutto dopo il meeting della Bce e la prima conferenza stampa da presidente dell’Eurotower di Christine Lagarde, che non aveva particolarmente scaldato i mercati.

Come da previsioni l’istituto di Francoforte ha lasciato invariati i tassi, che resteranno sui livelli attuali o inferiori finché le prospettive di inflazione non convergeranno su livelli inferiori ma prossimi al 2%, confermando il quantitative easing da 20 miliardi al mese. Gli acquisti di titoli proseguiranno finché necessari a rafforzare l’impatto di accomodamento dei tassi di riferimento e termineranno poco prima che la Bce cominci a innalzare il costo del denaro.

La Lagarde ha affermato che i dati confermano una “protratta debolezza delle dinamiche di crescita nell’area dell’euro e una continua debolezza delle pressioni inflazionistiche, ma con segnali di stabilizzazione”, aggiungendo che i rischi al ribasso sono me no pronunciati rispetto a qualche mese fa. Inoltre, da gennaio verrà avviata una strategic review, da concludere entro fine 2020.

Secondo le nuove proiezioni dell’istituto europeo il Pil dell’eurozona crescerà dell’1,2% nel 2019, dell’1,1% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021 e nel 2022 (prima stima), mentre le precedenti previsioni stimavano un +1,1% nel 2019, +1,2% nel 2020 e +1,4% nel 2021.

Per quanto riguarda l’’inflazione, la Bce stima un +1,2% nel 2019, +1,1% nel 2020 (rivisto da +1%), +1,4% nel 2021 (rivisto da +1,5%) e +1,6% nel 2022.

Ieri, invece, la Fed ha reso noto che nel 2020 i tassi resteranno invariati a meno di significativi cambiamenti dell’outlook. Focus anche sulle elezioni in corso nel Regno Unito, che in caso di netta vittoria del premier Boris Johnson aumenterebbero le probabilità di approvazione della Brexit entro il 31 gennaio.

Dal calendario macroeconomico sono giunti i dati finali di novembre sull’inflazione tedesca (-0,8% su base mensile, +1,1% annuo) e francese (+0,1% m/m, +1% a/a), oltre al tasso di disoccupazione del terzo trimestre in Italia, pressoché stabile al 9,8 per cento. Nell’eurozona, la produzione industriale ad ottobre mostra un calo congiunturale dello 0,5% e una contrazione tendenziale del 2,2 per cento. Peggiori delle stime i numeri settimanali sulle richieste di sussidi per la disoccupazione negli Usa.

Sul Forex l’euro/dollaro si stabilizza a 1,113 dopo il rialzo di ieri sera, mentre il cambio fra biglietto verde e yen risale a 108,88. Arretra lievemente la sterlina a 1,316 dollari e 0,846 nei confronti della moneta unica.

Tra le materie prime l’oro si attesta a 1.472 dollari l’oncia, beneficiando del parziale indebolimento della valuta americana. Avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+1,4%) a 64,6 dollari e il Wti (+1,2%) a 59,5 dollari.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si fissa a 150 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,2 per cento.

Tornando a Piazza Affari, fra i titoli del Ftse Mib si mettono in evidenza Ubi (+3,2%), Nexi (+2,9%) ed Exor (+2,2%). Bene Fca (+3%) dopo il nuovo contratto collettivo quadriennale con il sindacato United Auto Workers. Sottotono Juventus (-2,7%), in coda al listino principale.