Il Ftse Italia Banche chiude con un progresso del 2,1% e in linea all’analogo europeo (+2,7%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, su cui restano le incertezze sulle tempistiche per il raggiungimento di un possibile accordo, mentre potrebbero essere rinviate le tariffe previste entrare in vigore il prossimo 15 dicembre.
Nel frattempo, la BCE, nella prima riunione presieduta da Christine Lagarde, ha confermato una politica monetaria accomodante.
Sul fronte italiano, si resta in attesa dell’approvazione definitiva della manovra 2020 da parte del Parlamento entro fine anno.
In questo contesto, nonostante lo spread Btp-Bund sceso in area 150 pb, il comparto bancario ha terminato in netto rialzo.
Sul Ftse Mib svetta Ubi (+4%), che presenterà il nuovo piano industriale nel primo trimestre 2020, così come Banco Bpm (+3,2%).
Molto bene UniCredit (+3,2%), il cui piano al 2023 prevede un utile netto di 5 miliardi facendo leva sulla crescita organica e sul taglio dei costi e che stima di distribuire agli azionisti 8 miliardi tra dividendi e buy-back.
Sul Mid Cap rimbalza Mps (+2,4%), con il mercato che resta in attesa di novità sul de-risking e che presenta già requisiti patrimoniali superiori alla soglia minima fissata dalla Bce.
Tra le Small Cap focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con la banca che ha avviato l’aumento di capitale da 700 milioni dopo l’ok della Consob al prospetto e con l’authority che ha avvertito sul fatto che l’operazione presenta diversi rischi.
Proseguono i realizzi su Banca Profilo (-3%), reduce da un significativo rally nelle scorse sedute.