Tecnologia (+5,4%) – Stm (+6,9%) traina il settore nell’ottava

Nelle sedute dal 9 al 13 dicembre il Ftse Italia Tecnologia ha chiuso in rialzo del 5,4%, sovraperformando l’Euro Stoxx Tecnologia (+1,7%) e il Ftse Mib (+0,6%).

Settimana positiva per i mercati, focalizzati sulle trattative commerciali fra Stati Uniti e Cina. Trump ha annunciato l’accordo di fase uno e lo stop alle tariffe previste per il 15 dicembre. Riflettori anche sulle elezioni UK da cui è emersa una netta vittoria di Boris Johnson. Dinamica che aumenta le probabilità di Brexit entro il 31 gennaio.

Nell’ottava si sono riunite inoltre la Fed e la Bce, con la prima che ha escluso interventi sui tassi nel 2020. L’istituto di Francoforte, guidato per la prima volta da Christine Lagarde, ha confermato tassi e Qe, annunciando una review strategica nel 2020.

Tornando al comparto tech e tlc di Piazza Affari, la big cap Stm ha chiuso i 5 giorni in rialzo del 6,9%, spinta dall’ottimismo sul commercio e dal rialzo del target price, da 22 a 28 euro, da parte di Morgan Stanley.

In ribasso invece la tlc Telecom Italia (-0,7%). Tra le mid cap arretra Reply (-4,6%), mentre fra le aziende a minor capitalizzazione avanza GPI (+2,9%).

La società ha inoltre deliberato l’emissione di un prestito obbligazionario non convertibile e non garantito, riservato esclusivamente ad investitori qualificati, fino a un massimo di 30 milioni e della durata di 6 anni.

Poco mossa Exprivia (+0,6%), con il Cda della controllata Italtel che ha deliberato la convocazione dell’assemblea dei soci ai sensi dell’art 2447 c.c., normativa che prevede la delibera dell’assemblea per la riduzione del capitale, e il contemporaneo aumento del medesimo, qualora la perdita superi di un terzo il capitale sociale.

Sostanzialmente invariata Wiit (-0,2%), che ha completato il programma di acquisto azioni proprie al 4,94% del capitale sociale e ha annunciato il rinnovo del contratto con Arpa Lombardia per un valore di 2,1 milioni.

Debole Retelit (-4,2%) dopo la conclusione del piano di buyback tramite la controllata RDS, che ora detiene il 4,53% del capitale.