Mercati – Piazza Affari in vetta all’Europa, sprint di Atlantia (+2,4%)

Milano corre sola fra le borse europee, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,6% a 23.670 punti, mentre arretrano il Dax di Francoforte (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,2%), il Cac 40 di Parigi (-0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%). Partenza poco mossa a Wall Street per Dow Jones (+0,1%), S&P 500 (+0,1%) e Nasdaq (flat), reduci da nuovi record storici.

La spinta innescata dall’accordo di fase uno tra Stati Uniti e Cina, che ha evitato l’entrata in vigore di nuovi dazi contro Pechino, si è pressoché esaurita, complici i dubbi relativi al quantitativo di prodotti agricoli che la Cina acquisterà effettivamente dagli Usa e alle modalità con cui verranno ridotte le tariffe già esistenti.

Anche Fitch Ratings ritiene che l’intesa abbia allentato ma non risolto le tensioni e il rischio di una nuova escalation del conflitto sia ancora significativo, soprattutto a causa delle divergenze in settori chiave come quello tecnologico.

Sul Forex arretra sensibilmente la sterlina, a 1,315 dollari e a 0,848 nei confronti dell’euro, in scia alla clausola inserita dal governo di Boris Johnson nella legge sulla Brexit per bloccare l’estensione del periodo di transizione. In tal caso, tutti gli accordi con l’UE dovrebbero essere disposti entro il 31 dicembre 2020, dinamica che aumenta le probabilità di una Brexit senza accordo. Poco mosso l’euro/dollaro a 1,115, così come il cambio tra biglietto verde e yen a 109,6.

Tra le materie prime l’oro si mantiene in area 1.477 dollari l’oncia, mentre avanzano le quotazioni del greggio con il Brent (+0,5%) a 65,67 dollari e il Wti (+0,8%) a 60,64 dollari.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si attesta a 157 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,29 per cento.

Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano Atlantia (+2,4%) in scia al possibile rinvio al 2020 della decisione sulla concessione e alla preferenza per una soluzione negoziata piuttosto che una revoca.

Bene i comparti dei petroliferi e delle utilities, in particolare Italgas (+2%), Hera (+1,6%) e Saipem (+1,6%).

In calo Nexi (-2,8%), Ubi (-0,8%) e Fineco (-0,8%). In rialzo Fca (+1,1%), ad un passo dall’accordo per la fusione con Psa, per il quale è prevista domani la firma del Memorandum of Understanding.