Il Ftse Italia Servizi Finanziari ha terminato il 2019 con uno scatto del 53,4% e “battendo” nettamente l’omologo europeo (+29%), beneficiando dell’ottima performance del comparto bancario (+23%) e sovra-performando il Ftse Mib (+28,3%).
L’anno è stato caratterizzato dai timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se in extremis le due superpotenze sono riuscite a raggiungere un primo accordo parziale.
Altra incertezza è stata generata dalla Brexit, anche se alla fine il voto in Uk del 12 dicembre ha portato alla vittoria schiacciante del premier Boris Johnson, che dovrebbe portare a un’uscita ordinata del Regno Unito dall’UE entro fine gennaio 2020.
La Bce, che ha visto il passaggio di consegne da Mario Draghi a Christine Lagarde, ha confermato una politica monetaria accomodante, abbassando il tasso sui depositi a -0,5% e varando al contempo misure volte a mitigarne gli effetti sui bilanci bancari. Inoltre, è stata avviata una nuovo operazione di Tltro3.
Sul fronte italiano, si è vista una prima parte d’anno in cui ha operato un governo guidato da Giuseppe Conte e targato Lega-5 Stelle, per poi avere un ribaltone nel corso dell’estate, passando ad un esecutivo sempre guidato da Conte ma questa volta appoggiato da Lega e 5 Stelle, che ha portato anche a un rapporto più cordiale con l’Europa rispetto al precedente.
In questo contesto, lo spread Btp-Bund ha in parte oscillato ben oltre i 200 punti base, salvo poi stabilizzarsi sotto questa soglia, sostenendo la performance del settore bancario.
L’ottimo andamento del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra i quali sul Ftse Mib spicca il rialzo a tre cifre di Azimut (+127,2%), sostenuto da varie componenti, tra cui gli ottimi risultati economici, l’annuncio del cambio del metodo di calcolo delle performance fee e le varie iniziative poste in essere per ampliare il business.
Sul listino principale in gran spolvero Fineco (+21,8%), che ha confermato la solidità del proprio modello di business e che ha visto l’uscita di UniCredit dal capitale. La banca multicanale guidata da Alessandro Foti proseguirà il proprio percorso di crescita su base organica.
Exploit di Banca Generali (+59,7%), che ha messo in luce un ottimo andamento della gestione e portato a termine anche operazioni di crescita esterna (Valeur e Nextam) e che ha visto il ritorno sul Ftse Mib dallo scorso 23 dicembre.
Sul Mid Cap rally di Banca Mediolanum (+74%), che ha evidenziato risultati in decisa crescita.
Sul listino principale lo scorso aprile è sbarcata a Piazza Affari Nexi, colosso dei pagamenti digitali, che dopo un avvio sottotono ha poi progressivamente acquisito terreno, grazie alla solida performance del business e con la società spesso al centro di rumor su una possibile aggregazione con Sia.
Sul Mid Cap frena Banca Ifis (-9,3%), che ha inaugurato un nuovo corso con la nomina ad Ad di Luciano Colombini lo scorso aprile dopo oltre venti anni targati Giovanni Bossi. Colombini presenterà il nuovo piano al 2022 il 14 gennaio 2020.
Ok Cerved (+21,7%), con risultati in crescita e concentrata sulla valorizzazione del business degli Npl, e doValue (+33%), che ha portato a termine l’operazione straordinaria legata all’acquisto della spagnola Altamira.
Rally di illimity (+57,8%), la banca specializzata nata dall’unione di Spaxs, la Spac lanciata dal Ceo Corrado Passera, e Banca Interprovinciale, che ha visto in poco tempo una forte accelerazione del business, fondato su tre gambe: divisione Sme, divisione Npl e banca diretta. Il tutto in linea con quanto previsto nel piano industriale.
In rosso Banca Intermobiliare (-28,7%), che ha visto un altro anno di forte debolezza dei conti. Nel corso del 2019 c’è stato un avvicendamento alla guida della banca, con l’approvazione di un nuovo piano industriale al 2024 che prevede un rilancio del business accompagnato da un aumento di capitale fino a massimi 100 milioni.
Sugli scudi Banca Sistema (+28,5%), che ha registrato risultati in crescita nel tradizionale business del factoring e nella cessione del quinto, grazie anche all’acquisizione di Atlantide. Si punta ad accelerare anche l’attività del credito su pegno, grazie anche all’acquisto del ramo di Intesa Sanpaolo in questo segmento.