Giuseppe Castagna, Ad di Banco Bpm, raffredda le ipotesi su una possibile aggregazione, rimarcando che la banca di piazza Meda è impegnata a concludere un business plan basato su una strategia di crescita stand alone e che ha posto delle solide basi per il futuro.
In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, il manager sottolinea come i rumor circolati nei mesi scorsi su una potenziale fusione con Ubi “sono nati da un’idea astratta su cui si è esercitata qualche banca d’affari” e che sono “solo un esercizio di scuola privo di riscontro nel reale”, pur sottolineando che “il consolidamento del sistema bancario italiano è un percorso che prima o poi dovrà essere intrapreso”.
Castagna ha spiegato che un’eventuale operazione potrebbe essere presa in considerazione solo nelle aree geografiche in cui la banca ha una forte presenza, ricordando che “siamo ben strutturati nelle quattro regioni più industrializzate: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e un’ottima presenza su Roma”.
In merito al 2019, l’Ad ha espresso la convinzione che “l’anno si chiuderà positivamente e se a ciò aggiungiamo anche il raggiungimento di livelli di capitale adeguati credo proprio che potremo finalmente tornare a distribuire un dividendo”.
Riguardo al nuovo piano industriale, che sarà presentato nel primo trimestre 2020, Castagna ha sottolineato che “dopo un triennio che ci ha visti concentrati sul de-risking, il nuovo piano si focalizzerà su redditività e solidità patrimoniale”.
“Le parole chiave saranno aumento dei ricavi spingendo sulle commissioni da servizi, forte disciplina sui costi, esplorazione di nuove opportunità offerte dal digitale, senza dimenticare la tradizionale vicinanza ad imprese e territori in una logica di una crescita sostenibile”, ha aggiunto il Ceo di Banco Bpm.