Il patto parasociale Sindacato Azionisti Ubi Banca registra la variazione del numero di azionisti e della relativa quota di capitale, a seguito di alcune lettere di recesso e della richiesta di adesione di un nuovo membro.
Lo si apprende da un estratto del patto diffuso dalla banca. Con i recessi risultano, a partire dal 1° gennaio 2020, 166 azionisti suddivisi in 37 gruppi per un totale di 85,9 milioni di azioni ordinarie, pari al 7,5% dei diritti di voto, a fronte delle precedenti 143,5 milioni di
azioni di 173 partecipanti suddivisi in 41 gruppi.
A seguito della richiesta di adesione di un nuovo membro e la riorganizzazione interna in un gruppo, che saranno ratificate con la prima assemblea del 2020, varieranno poi ulteriormente il numero di azioni (87,9 milioni, pari al 7,68% del totale dei diritti di voto, il numero dei partecipanti (168) e dei gruppi (38)).
Il totale delle azioni degli aderenti al sindacato, incluse quelle non apportate, ammonta così a 93,7 milioni; pari all’8,19% del totale dei diritti di voto, che salgono a 95,7 milioni di azioni (8,37% dei diritti di voto) a seguito degli apporti ratificati dopo il 1° gennaio 2020, data a cui nessun partecipante al sindacato apportante azioni risulta rappresentare più dell’1% dei diritti di voto del capitale.
La Repubblica ricorda poi che a metà gennaio scade al deadline per ricevere il via libera della BCE allo statuto del neocostituito patto di consultazione Car, in cui confluisce poco meno del 18% del capitale di Ubi.