Obbligazioni – Reazioni contenute dopo l’attacco iraniano

Alle parole il Governo iraniano fa seguire i fatti con un attacco missilistico atto ad ostentare preventivamente la capacità balistica del Paese piuttosto che a rappresentare una vera rappresaglia, e di questo forse i mercati si fanno una ragione considerati, come peraltro nella giornata di ieri, gli effetti nel complesso contenuti sulle quotazioni.

Dopo l’emotività sulla notizia che provoca una scossa sui mercati asiatici e spinge l’oro a superare temporaneamente quota 1600, il petrolio 65 dollari al barile e il future del Dow Jones a precipitare di 400 punti, tutto rientra in un alveo di “normalità” con cedimenti visibili rispetto alle chiusure precedenti, ma che non riflettono certo il timore di irreversibilità della crisi in atto.

Eccesso di ottimismo, miopia nel valutare la pericolosità della situazione, lungimiranza nel pronosticarne una conclusione pacifica o forse solo ferma volontà nel contenere e gestire le reazioni per evitare un’evoluzione scomposta in un’economia mondiale fragile? Difficile dare una risposta, ma è certo che il pallino torna nelle mani dell’Amministrazione Trump che si assume la responsabilità di decidere il decorso della crisi. Nel frattempo, anche approfittando del disimpegno americano, in Libia si delinea un finale che in molti vedono come una replica siriana con equa spartizione del territorio tra Russia e Turchia.

Questo lo scacchiere geopolitico dove il grande assente resta l’Europa.

Su quello valutario, si rafforzano il dollaro e il franco svizzero contro euro (1,1130 il primo 1,08 il secondo), quest’ultimo non certo aiutato dal brutto dato sugli ordini industriali tedeschi di novembre, mentre nel mercato obbligazionario i movimenti sono molto limitati pur tradendo ancora una volta, come già sottolineato ieri mattina, una tendenziale preferenza per le scadenze di breve termine, cosa che si riscontra anche nel comparto dei Treasuries con un visibile appiattimento della curva.

Spread sempre sballottato in area 165 senza riflettere appieno i problemi del lento sgretolamento di una opinabile compattezza del Movimento 5 Stelle e corporate high-yield che prolungano la striscia di un’informazione purtroppo ancora non decifrabile.