Ancora vendite su Telecom Italia, alla quarta seduta consecutiva in ribasso. A metà mattinata le azioni del colosso delle telecomunicazioni arretrano del 2,2% a 0,5357 euro, registrando la peggior performance tra i titoli del Ftse Mib (-0,4%).
Il titolo sconta in parte i persistenti interrogativi sulla creazione della rete unica in fibra con Open Fiber. Secondo fonti di stampa, il Ceo di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, avrebbe incontrato ieri, in due meeting distinti, Luigi Gubitosi e Francesco Starace, rispettivamente Ad di Tim ed Enel.
Ricordiamo che Open Fiber è controllata pariteticamente da Enel e Cdp, mentre quest’ultima è il secondo azionista di Telecom Italia con una quota pari al 9,9% del capitale sociale.
A giugno 2019 Tim ed Enel hanno siglato un accordo di confidenzialità per valutare possibili forme di integrazione delle reti in fibra ottica di TIM e Open Fiber, ma il processo prosegue a rilento e nonostante la ferma volontà di Telecom di creare la rete unica, le ultime indicazioni provenienti da Enel e OF hanno parzialmente raffreddato gli animi.
Nel corso dei due incontri di ieri, i rispettivi Ad avrebbero discusso alcuni possibili scenari per l’integrazione delle reti, senza però giungere ad una soluzione condivisa.
Intanto, sempre secondo fonti di stampa, Tim avrebbe ricevuto a dicembre una dozzina di offerte non vincolanti da fondi infrastrutturali e soggetti istituzionali per co-investire nella futura società della rete. Tra questi, alcuni colossi come Goldman Sachs, Kkr, Ardian, Macquarie e Allianz Infrastructure. Entro la fine di gennaio dovrebbe essere stilata una shortlist dei potenziali partner.
Infine, proseguono le indagini per presunta corruzione in Brasile, che vedono coinvolta la controllata Tim Partecipaçoes, mentre l’AGCM ha avviato una nuova inchiesta sulle pratiche di fatturazione di Telecom Italia, Wind Tre e Vodafone Italia, accusati di non consentire ai clienti di pagare il contratto fisso o mobile mediante un conto corrente estero.