Il gruppo Azimut prevede di chiudere il 2019 con il miglior utile netto consolidato della storia, compreso fra 360-370 milioni, triplicato rispetto al risultato del 2018. Il tutto sulla base dei primi dati di sintesi e delle stime dei risultati.
Nel 2019 il gruppo ha registrato una raccolta netta di circa 4,6 miliardi (350 milioni a dicembre), portando così il patrimonio complessivo a superare i 59 miliardi, contro i 50 miliardi del piano e +16% rispetto a fine anno 2018.
Pienamente raggiunto e superato anche l’obiettivo fissato a fine piano relativo alle masse totali delle attività estere. A fine 2019, infatti, il totale del patrimonio raccolto gestito dalle realtà non domestiche si è attestato al 29% del totale, contro il 15% preventivato.
L’apporto all’Ebitda di gruppo dell’estero è stimato tra 50-55 milioni (circa +53% rispetto al 2018).
Il gruppo stima, in condizioni di mercato normali, un’utile netto nel 2020 di almeno 300 milioni rispetto al range 250-300 milioni indicato nell’investor day del 4 giugno 2019.
Questo ulteriore target sarà raggiungibile grazie ad una crescita di tutte le linee di business: la distribuzione in Italia, prodotti alternativi e le attività estere.
I dividendi unitari cumulati distribuiti nei 5 anni del piano 2015-2019, includendo quello che verrà proposto dal cda di Azimut Holding (convocato per il 5 marzo 2020) a valere sul 2019, saranno pari ad almeno 7,8 euro per azione.
Considerando tale proposta di dividendo, la media del pay-out complessivo nei 5 anni risulterà superiore al 90% circa, superando ampiamente il target previsto dal piano, ed equivalente ad uno yield medio cumulato del 44 per cento.
Prosegue a pieno ritmo il progetto sugli investimenti alternativi, con la raccolta sui prodotti lanciati nell’ultimo trimestre 2019 che ha superato 450 milioni, portando a oltre 1 miliardo le masse sui prodotti di private markets.
In aggiunta, è ufficialmente partito il collocamento del fondo Italia 500, realizzato in collaborazione con P101 Sgr, che sarà un fondo comune di investimento alternativo chiuso e non riservato, la cui durata sarà di 10 anni, con un importo minimo di sottoscrizione di 5 mila euro.
Le aziende target sono startup con un fatturato sino a 5 milioni di euro e Pmi con sede prevalentemente in Italia, operanti su tecnologie, prodotti e/o servizi riferibili ai settori industriali e digitali, con un fatturato compreso tra i 5 e 50 milioni.
Inoltre, si segnala che gli aderenti all’operazione di rafforzamento della partecipazione in Azimut Holding sottoscritta nel maggio 2018 hanno concordato con la banca finanziatrice di estendere la durata del finanziamento di ulteriori due anni, portando la scadenza a giugno 2023.
Infine, l’azionista Timone Fiduciaria ha comunicato ad Azimut Holding che il fondo di private equity Peninsula Investments II è di comune accordo uscita dal patto di sindacato, dando così maggiore flessibilità alla società di proseguire nell’attuazione del piano di buy-back approvato dall’assemblea in data 24 aprile 2019, fissando il limite massimo di acquisto a 50 euro per azione.
Pietro Giuliani, presidente di Azimut Holding, commenta: “Nel 2019 abbiamo generato una performance media netta al cliente migliore del mercato e pari a circa il +8,5 per cento. Non c’è modo migliore per festeggiare i 30 anni di storia di Azimut raggiungendo con successo, per la terza volta consecutiva, tutti gli obiettivi previsti dal piano quinquennale”.
“I risultati dell’anno appena terminato vanno indubbiamente in questa direzione con un utile netto di fine esercizio che, attestandosi tra 360 e 370 milioni, segna un nuovo record storico e una performance in Borsa (+128% al 31/12/2019) che ha premiato il nostro titolo come il migliore del listino principale”.
“La fiducia che riceviamo dai clienti e dagli azionisti ci spingono a mantenere lo stesso passo serrato per raggiungere anche nel 2020 un risultato di almeno 300 milioni di utile
netto”.