Mercati – Tentativi di tregua Usa-Iran spingono gli acquisti, Milano a +0,8%

Denaro sulle borse del Vecchio Continente, sostenute dall’allentamento delle tensioni fra Stati Uniti e Iran che spinge anche i futures di Wall Street verso una partenza positiva.

A piazza Affari il Ftse Mib avanza dello 0,8% a 24.020 punti, ben intonato come il Dax di Francoforte (+1,2%) e il Ftse 100 di Londra (+0,6%). Più arretrati il Cac 40 di Parigi (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%), mentre i derivati su Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq guadagnano ancora fino a mezzo punto percentuale, dopo i rialzi messi a segno nella precedente seduta dai tre principali indici a stelle e strisce.

Nel discorso di ieri Donald Trump ha annunciato sanzioni contro l’Iran, escludendo comunque una nuova risposta militare dopo l’attacco alle due basi americane in Iraq in risposta all’uccisione del generale Soleimani.

Dinamica che ha riportato gli acquisti sugli asset rischiosi, a scapito dei beni rifugio che avevano beneficiato dell’inizio di 2020 tumultuoso.

L’attenzione può dunque spostarsi nuovamente sui fondamentali e sull’andamento dell’economia, con focus in particolare sugli interventi di alcuni membri della Fed in attesa del job report statunitense di dicembre in uscita domani.

Intanto, dall’agenda macro sono giunti i numeri positivi sulla produzione industriale tedesca, in aumento a novembre dell’1,1% su base mensile (+0,8% il consensus), dopo il dato negativo di ieri sugli ordini di fabbrica.

L’inflazione cinese è rimasta stabile a dicembre (4,5%) in prossimità dei massimi da otto anni, mentre la disoccupazione dell’eurozona è invariata al 7,5% a novembre, così come quella italiana al 9,7 per cento.

Sul Forex il dollaro mantiene le posizioni di forza accumulate nei confronti delle altre principali valute. Il cambio fra euro e biglietto verde si attesa a 1,110 mentre il dollaro/yen avanza a 109,3, con la moneta giapponese sfavorita dal ritorno dell’appetito per il rischio.

Dinamica che penalizza anche l’oro, sceso a 1,547 dollari l’oncia, mentre le quotazioni del greggio hanno sostanzialmente annullato i guadagni innescati dalle tensioni in Medioriente, con il Brent (+0,1%) a 65,5 e il Wti a 59,8 (+0,2%) dollari al barile, complice anche l’aumento delle scorte statunitensi.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si contrae a 159 punti base, con il rendimento del decennale italiano all’1,39 per cento.

Tornando a Piazza Affari, fra le big cap spicca Stm (+3,3%) in un contesto positivo per i tecnologici, anche a causa delle minori tensioni. Gli acquisti sono spinti anche dai dati positivi sulle vendite di iPhone in Cina, mentre JP Morgan ha alzato il target price sul titolo da 22 a 30 euro.

Ben intonate anche Azimut (+2,5%) e Amplifon (+2,5%). Quest’ultima ha sottoscritto un accordo per l’acquisizione di Attune Hearing, il maggiore operatore indipendente di servizi di audiologia in Australia.

Sottotono Saipem (-1,6%), flat Altantia dopo che Fitch ha ridotto i rating della holding e delle controllate Aspi e Adr. Inoltre, il ministro Micheli ha affermato che l’offerta al Governo di 700 milioni per la riduzione dei pedaggi è insufficiente per evitare la revoca della concessione.