Mps – La Borsa non si spaventa per le svalutazioni (+3,7%)

Mps non arretra in Borsa dopo l’annuncio della revisione delle stime sulle DTA, che avrà un impatto negativo sui conti del 2019 per 1,2 miliardi.

Oggi a Piazza Affari le azioni dell’istituto guidato da Marco Morelli segnano, al contrario, un rialzo del 3,7% poco dopo le 10:15 al prezzo di 1,49 euro. Il tutto sostenuto da elevati volumi degli scambi. A metà mattina sono passati di mano 2,8 milioni di titoli, contro una media degli ultimi tre mesi di 2,4 milioni nell’intera seduta.

La reazione positiva della Borsa è legata alla promozione arrivata da Moody’s, che ha migliorato il rating standalone della banca a ‘b3’ da ‘caa1’, mentre l’outlook è stato rivisto a positivo da negativo.

Nella propria analisi l’agenzia di rating americana tiene già contro della correzione sulle DTA e non ritiene che tale evento modifichi il giudizio sulle prospettive della banca nonostante nel 2019 i conti finiranno nuovamente in rosso.

“Tale perdita”, spiega nella nota Moody’s, ”non modifica la visione sull’affidabilità creditizia del Monte dei Paschi dal momento che le DTA sono già detratte dai coefficienti patrimoniali e pertanto la loro svalutazione non rappresenta un cambiamento nella capacità della banca di assorbire perdite impreviste”.

La banca, infatti, sottolinea che “la revisione del valore delle DTA per gli aspetti sopra citati non ha alcun impatto sull’andamento della gestione caratteristica del gruppo Mps; il buon andamento dell’attività ordinaria permette infatti di stimare un risultato operativo netto (prima delle componenti non operative e delle imposte) per l’intero anno 2019 sostanzialmente in linea con quanto realizzato nel corso del precedente esercizio, recuperando il gap negativo registrato nei primi tre trimestri dell’anno rispetto al medesimo periodo del 2018”.

Per il 2019 il consensus degli analisti riportato da Bloomberg, senza considerare l’impatto della revisione sulle DTA, prevedeva un utile netto di 213,6 milioni, in calo a 147,2 milioni nel 2020 per poi risalire a 295,2 milioni nel 2021 e a 388 milioni nel 2022.