Nuova sorpresa negativa per i conti Mps. La banca ha comunicato infatti che i conti del quarto trimestre 2019 registreranno un impatto negativo complessivo di circa 1,2 miliardi derivante dalla revisione del valore delle DTA, che verrà contabilizzato alla voce “Imposte sul reddito di periodo” e che quindi comporterà un corrispondente effetto negativo sul risultato netto dell’ultimo trimestre 2019.
Il tutto, spiega la banca in un comunicato, è legato alla revisione delle stime interne sul valore delle DTA iscritte in bilancio (pari, al 30 settembre 2019, a 3,1 miliardi), per tener conto degli effetti sui futuri redditi imponibili derivanti dalla reintroduzione dell’agevolazione fiscale “ACE – Aiuto alla Crescita Economica” previsto dalla legge di Bilancio 2020 e dall’evoluzione dello scenario macroeconomico, in linea con quanto già anticipato nei risultati al 30 settembre 2019.
La reintroduzione dell’ACE, sottolinea l’istituto nella nota, comporta per il gruppo MPS un importante beneficio fiscale prospettico attraverso la riduzione dei redditi imponibili ma, al contempo, la citata riduzione dell’imponibile fiscale determina una minore capacità di futuro riassorbimento delle DTA (in particolare di quelle derivanti da perdite fiscali), con conseguente riduzione del loro valore iscritto in bilancio.
Analogamente, la revisione delle stime interne pluriennali dei valori economici e patrimoniali, effettuata anche per tenere conto dell’evoluzione dello scenario macroeconomico concretizzatosi nella seconda parte dell’anno (in particolare evoluzione attesa dei tassi di interesse, indicatori di produzione industriale e di consumi delle famiglie e consensus su stime di crescita del Pil), comporta una riduzione dei redditi imponibili attesi futuri rispetto a quanto precedentemente previsto e quindi un’ulteriore riduzione del valore delle DTA iscritte in bilancio.
Bisogna infatti da ricordare che l’iscrizione delle attività per imposte anticipate è effettuata previa verifica dell’esistenza di redditi imponibili futuri capienti ai fini del riassorbimento delle stesse (Probability Test).
Non sono attesi invece impatti in termini di ratios patrimoniali, in quanto le DTA iscritte sono già dedotte direttamente dal capitale regolamentare; rimane pertanto inalterata la capacità operativa e commerciale del gruppo nonché la sua solvibilità.
La revisione del valore delle DTA per gli aspetti sopra citati non ha alcun impatto sull’andamento della gestione caratteristica del gruppo MPS; il buon andamento dell’attività ordinaria permette infatti di stimare un risultato operativo netto 2019 (prima delle componenti non operative) sostanzialmente in linea con quanto realizzato nel corso del precedente esercizio, recuperando il gap negativo registrato nei primi tre trimestri dell’anno rispetto al medesimo periodo del 2018.
A seguito della revisione del valore delle DTA iscritte in bilancio, l’ammontare delle DTA non iscritte nell’attivo dello stato patrimoniale passa da circa 1,8 miliardi di settembre a circa 3 miliardi. Tale ammontare, rileva l’istituto, “costituisce per il gruppo un asset potenziale, imprescrittibile secondo la normativa fiscale vigente, la cui iscrivibilità nell’attivo dello stato patrimoniale sarà valutata alle future date di bilancio in funzione delle prospettive reddituali del gruppo e della normativa fiscale tempo per tempo vigente”.
Mps sottolinea inoltre che, dato il rilevante ammontare di perdite fiscali registrate nei precedenti esercizi, la valutazione delle DTA del gruppo risulta estremamente sensibile sia rispetto alle variazioni della normativa fiscale (quale l’ACE, in considerazione degli aumenti di capitale effettuati a partire dal 2011) sia rispetto all’evoluzione delle stime reddituali attese.
La stima del valore delle DTA è stata effettuata dal gruppo con lo stesso modello utilizzato negli ultimi esercizi e tiene conto delle raccomandazioni formulate dall’ESMA sul trattamento contabile delle DTA da perdite fiscali.