Le quotazioni del greggio si portano sui massimi da oltre una settimana con il Brent (+0,8%) tornato sopra quota 65 dollari e il Wti (+0,6%) a 56 dollari, in scia alla chiusura di due grandi stabilimenti in Libia che si tradurrà in una riduzione della produzione di 800.000 barili al giorno.
In particolare, due importanti giacimenti petroliferi nel sud-ovest della Libia hanno iniziato ieri le manovre di spegnimento dopo che le forze fedeli a Khalifa Haftar hanno chiuso un oleodotto, riducendo potenzialmente la produzione nazionale
L’Esercito Nazionale Libico (Lna) fedele ad Haftar ha sequestrato lo scorso venerdì diversi terminali dei porti da cui partono le esportazioni, come atto di sfida nei confronti del governo di Tripoli, le cui sono entrate sono finanziate dal ricavato delle vendite di petrolio.
La società National Oil Company (NOC) – compagnia petrolifera unica della Libia – ha riferito che il blocco porterà a un calo della produzione giornaliera di petrolio libico da 1,3 milioni a 500.000 barili.
Secondo i dati raccolti da Bloomberg, la produzione del paese Opec è crollata sui minimi da agosto 2011, anche se alcuni analisti ritengono che le interruzioni dell’offerta di greggio libico potrebbero essere compensate da altri produttori, limitando l’impatto sui mercati globali.