È atteso per l’inizio di febbraio il responso della Commissione Europea sul piano presentato dal Tesoro per Mps. Piano che prevede la cessione di un pacchetto di crediti deteriorati da 10-12 miliardi.
La risposta potrebbe arrivare proprio il giorno 7 febbraio, quando si riunirà il consiglio di amministrazione della banca per approvare i conti del quarto trimestre 2019 che, come anticipato in una nota dell’istituto, registreranno un impatto negativo di circa 1,2 miliardi derivante dalla revisione del valore delle DTA.
Da notare tuttavia che la svalutazione non comporta impatti in termini di ratio patrimoniali, in quanto le DTA iscritte sono già dedotte direttamente dal capitale regolamentare.
Un aspetto importante poiché la partita del via libera sul de-consolidamento degli Npl si gioca proprio sulla questione del prezzo, che per la Commissione deve essere a quello di mercato, ma non può essere troppo basso d’altro canto, per minimizzare le minusvalenze sul bilancio, evitando quindi di far scendere i requisiti patrimoniali sotto i minimi regolamentari.
Un equilibrio delicato che vede impegnato il Tesoro, che avrebbe trovato una soluzione con la cessione di tali crediti all’Amco, ex Sga, a condizioni ritenute accettabili per Bruxelles. In questo momento prevale quindi l’ottimismo sul successo delle trattative.
”Proseguiamo in modo molto costruttivo le nostre interlocuzioni”, ha affermato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al suo arrivo all’Eurogruppo. Anche un portavoce della Commissione aveva detto che il rinvio della presentazione del piano da parte del Tesoro all’inizio 2020 (sarebbe dovuto avvenire a fine 2019) “non crea problemi”.