Cattolica Assicurazioni deve affrontare tre questioni operative necessarie per raggiungere gli obiettivi del business plan che sono stati confermati dalla compagnia. Il primo nodo da sciogliere, che è anche il più strategico, è la conferma del partner nel settore della bancassurance, il secondo è il riassetto della rete e il terzo è la ricerca di un nuovo partner assicurativo nella riassicurazione grandine.
Per quanto riguarda le partnership nel comparto della bancassurance, Cattolica Assicurazioni ha due accordi in essere con Ubi e con Banco Bpm.
Per quanto riguarda il primo, la banca guidata da Victor Massiah non ha ancora comunicato se intende rinnovare l’accordo che la lega a Cattolica attraverso Lombarda Vita o meno. L’istituto aveva, infatti, iniziato a valutare possibili alternative ma poi non ha proceduto ad alcun annuncio. Sul piatto della bilancia va infatti posto il fatto che l’uscita dalla jv con Cattolica potrebbe richiedere l’esborso di circa 250-270 milioni, secondo quanto riporta il Sole 24Ore. I due soci hanno facoltà di recesso entro fine giugno, ma è probabile che un chiarimento possa venire in occasione della presentazione del nuovo piano strategico di Ubi, atteso per i primi di febbraio.
Sull’altro fronte, invece, c’è l’accordo con Banco Bpm. Cattolica Assicurazioni ha un accordo con il gruppo guidato da Giuseppe Castagna per Popolare Vita. D’altro canto piazza Meda ha in essere una partnership con Covéa che riguarda la parte della rete ex Bpm e che scade nel 2021. Se Cattolica volesse subentrare alla compagnia francese dovrebbe a sua volta preventivare un investimento.
Il riassetto della rete era uno dei punti messo all’ordine del giorno dall’ex Ad Alberto Minali per riportare efficienza nei conti di Cattolica, chiudendo quelle agenzie con redditività minima. Ora, secondo quanto riportato da il Sole 24Ore, il nuovo numero uno Carlo Ferraresi vorrebbe trovare maggiore efficienza seguendo però una linea più soft e cioè accorpando le agenzie inefficienti senza arrivare a chiusure.
Per quanto riguarda, infine, la questione della riassicurazione per i danni derivanti dalla grandine, Cattolica si trova a dover gestire la decisione da parte di Swiss Re e di Scor, leader nella reassurance, che hanno cambiato le regole di copertura, passando da un sistema di proporzionale a uno di stop loss. Un punto che per Cattolica riveste un certo peso, dato che la controllata assicurativa Fata è il leader in Italia nelle polizze agricole e il contratto con Swiss Re scade il prossimo 20 febbraio.