Le borse europee mantengono un’intonazione perlopiù negativa, nonostante l’avvio positivo di Wall Street, con gli investitori ancora intenti a valutare i rischi legati al virus cinese. Il tutto alla vigilia del meeting della Bce, mentre negli Stati Uniti prosegue la stagione delle trimestrali.
A Milano il Ftse Mib arretra dello 0,6% a 23.700 punti, sottoperformando l’Ibex 35 di Madrid (-0,4%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,2%), il Dax di Francoforte (flat). Ben intonati Dow Jones (+0,4%), S&P 500 (+0,4%) e Nasdaq (+0,6%), dopo i conti di Ibm e Netflix.
I mercati mantengono un atteggiamento cauto ma nel complesso apprezzano gli sforzi della Cina per contenere il virus e i relativi timori per l’andamento dei consumi nel periodo chiave delle festività per il Capodanno lunare.
Per quanto riguarda il commercio, invece, l’attenzione si sposta sul fronte Usa-Europa, dopo l’ipotesi ventilata dal segretario statunitense al Tesoro, Steven Mnuchin, di introdurre nuove tariffe sulle auto europee in risposta alla digital tax nei confronti dei colossi tech a stelle e strisce.
Sul Forex l’euro/dollaro resta poco mosso a 1,109 e il cambio tra biglietto verde e yen oscilla intorno a quota 109,9. I timori legati al virus pesano in parte anche sulle prospettive relative alla domanda di greggio, penalizzando le quotazioni del Brent (-1,7% a 63,5 dollari al barile) e del Wti (-2,2% a 57,1 dollari al barile). Oro poco mosso a 1.557 dollari l’oncia.
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si riporta a 163 punti base, dopo aver toccato in mattinata quota 169, con il rendimento del decennale italiano all’1,37%, in attesa dell’ufficialità delle dimissioni di Luigi di Maio da leader del M5S, a pochi giorni dalle elezioni in Emilia-Romagna.
Tornando a Piazza Affari, fra le big cap gli acquisti premiano Amplifon (+3,6%), Azimut (+2,2%) e Diasorin (+2,2%). Ben intonata Atlantia (+1,8%), che potrebbe beneficiare dell’uscita di Di Maio nelle negoziazioni con il governo sulla revisione della concessione. Sottotoni Saipem (-3,9%) penalizzata dall’andamento del petrolio e dal downgrade di Bank of America da ‘neutral’ a ‘underperdorm’. In rosso anche i bancari Banco Bpm (-3,3%), Unicredit (-3%), Bper (-2,6%), Ubi (-2,2%) e Intesa (-1,5%).