Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina la settimana con un lieve rialzo dello 0,2% e al di sotto dell’omologo europeo (+1,9%), risentendo in parte delle vendite sul comparto bancario (-3,5%) e “battendo” il Ftse Mib (-0,7%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato ieri la fase 1 dell’accordo commerciale.
Nel frattempo, la Bce ha lasciato invariati i tassi di interesse e avviato un riesame della strategia di politica monetaria.
Sul fronte italiano, l’esito delle elezioni in Emilia-Romagna daranno un’idea sulla tenuta del Governo. Il tutto dopo le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico dei 5 Stelle, uno dei partiti che appoggia l’esecutivo.
Il rallentamento del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management.
Sul listino principale bene e sui massimi Nexi (+1,1%), sempre al centro di rumor su possibili operazioni straordinarie e su cui è intervenuta Moody’s, ed Exor (+1,9%), nonostante l’andamento negativo delle controllate quotate.
Tra le Mid Cap stop per Banca Ifis (-1,3%), reduce dalla presentazione del nuovo piano industriale al 2022. Ok Cerved (+2,4%), al lavoro per valorizzare il credit management, e doValue (+0,3%), che ha registrato dei cambiamenti nell’assetto azionario.
Tra le Small Cap realizzi su Banca Intermobiliare (-4,2%), alle prese con l’implementazione del nuovo piano strategico.