Unieuro ha annunciato lo scorso 23 gennaio che, a seguito della positiva conclusione dell’accelerated bookbuilding sul 17,6% del proprio capitale sociale da parte di Italian Electronics Holdings (Rhône), vedrà il proprio flottante superare la soglia dell’85%, diventando a tutti gli effetti una public company.
“Ritieniamo che la decisione di Rhône, che è stata al nostro fianco per ben 15 anni, un periodo di tempo molto lungo rispetto alla prassi degli investimenti in private equity, sia assolutamente naturale e in linea con quanto avviene normalmente con questo tipo di investimenti”, afferma Giancarlo Nicosanti Monterastelli, Ad di Unieuro.
E aggiunge “Siamo estremamente grati a Rhône per averci accompagnati in questi anni in un percorso di grande soddisfazione e di crescita. Ci hanno affiancato sempre con grande professionalità fino al conseguimento di importanti traguardi, tra i quali l’acquisizione della vecchia UniEuro da Dixons e il conseguimento della leadership di mercato, raggiunta nel 2019”.
“Da oggi il mercato è il nostro unico punto di riferimento e guardiamo al futuro con nuovo slancio, forti di un management saldamente alla guida e di una strategia vincente”.
“Diventare una public company”, sottolinea Nicosanti, “rappresenta per Unieuro un nuovo passaggio storico: nata come impresa familiare oltre ottant’anni fa e per quindici controllata dal private equity, Unieuro diventa oggi una società a capitale diffuso. Con un flottante superiore all’85% diventiamo una delle rare public company italiane”.
“Lo status di public company è una vera rarità nel contesto italiano, dove sono pochissime le società che possono vantare una piena indipendenza da uno o più azionisti stabili”.
D’ora in avanti, prosegue l’Ad, “gli azionisti, vecchi e nuovi, beneficeranno di un titolo più liquido grazie ad un flottante che in soli tre anni è passato dal 35% all’85%”.
“La generosa politica dei dividendi attualmente in essere, inoltre, non cambia: la società continuerà a distribuire almeno il 50% dell’utile netto adjusted, come avvenuto fin dallo sbarco in Borsa”.
“Così come non cambierà nulla dal punto di vista operativo e gestionale. Il nostro obiettivo è garantire ai nostri azionisti massima stabilità e continuità: il management team che ha fin qui guidato la società rimane alla guida ed è fortemente motivato al raggiungimento degli obiettivi strategici definiti sin dai tempi dell’IPO. Si è anzi recentemente rafforzato con la nomina di Gabriele Gennai quale nuovo Chief Commercial Officer”.
“A livello di governance invece, a seguito dell’operazione di Accelerated Bookbuilding, i consiglieri Bernd Erich Beetz, Robert Frank Agostinelli e Gianpiero Lenza hanno rassegnato le proprie dimissioni dalle cariche ricoperte nel Consiglio di Amministrazione della Società nella giornata del 23 gennaio e verranno presto sostituiti da professionisti altrettanto all’altezza”.
“Il mercato è il nostro socio di riferimento”, conclude Nicosanti”, visto che detiene ora l’85,2%, quota che comprende la partecipazione del prestigioso gestore Amundi Asset Management”.
La restante quota di capitale appartiene agli inglesi di Dixons, con il 7,2%, ad alcuni membri della famiglia fondatrice, che detengono tutti insieme una quota del 5,6%, e al management, intorno al 2%.