RCS, in una nota, relativamente al contenzioso sull’immobile di Via Solferino, ha precisato che “Il giudizio promosso nei confronti di RCS dall’acquirente del citato immobile e da taluni fondi Blackstone davanti la Supreme Court of the State of New York – attualmente sospeso – è inappropriato, senza fondamento e, comunque, proposto innanzi a un giudice privo di giurisdizione. Negli atti depositati in tale giudizio il preteso danno non risulta neppure quantificato”.
“Il giudizio impropriamente promosso dai medesimi attori, avanti il medesimo giudice contro il presidente di RCS personalmente è basato sulle stesse circostanze su cui si fondano le identiche domande avanzate nei confronti della società, e fa riferimento al medesimo preteso danno”, aggiunge la nota.
La “manleva” cui si fa riferimento in alcuni articoli di stampa riguarda atti compiuti dal presidente quale legale rappresentante di RCS, in nome, per conto e nell’interesse della stessa, in esecuzione di una delibera del cda.
È dunque del tutto normale e conforme a legge che – ferma restando l’infondatezza delle pretese delle controparti – gli effetti di tali atti, ivi incluse le spese, ricadano sulla società e non sul suo legale rappresentante personalmente (indebitamente citato in causa).
Il board di RCS ha assunto le proprie determinazioni in merito al contenzioso in oggetto, ivi inclusa la manleva in parola, nell’ambito di riunioni ritualmente convocate, e precedute da
adeguata informativa pre-consiliare, la partecipazione alle quali è rimessa alla responsabilità di ciascun consigliere.
Nella vicenda della compravendita e contestuale locazione dell’immobile di Via Solferino/Via San Marco/Via Balzan avvenuta nel 2013, precisa la nota, “l’unica parte danneggiata è stata RCS. Il Cda continuerà ad agire in ogni sede, a tutela dell’interesse della società.