Nel pomeriggio le principali borse europee aumentano le perdite giornaliere, con Piazza Affari più arretrata dopo la pubblicazione della stima sul Pil del quarto trimestre.
Intorno alle 16:00, il Ftse Mib cede nel dettaglio l’1,9% a 23.327 punti. Il Ftse 100 di Londra lascia sul terreno l’1%, il Dax30 di Francoforte lo 0,8%, l’Ibex 35 di Madrid lo 0,7% e il Cac 40 di Parigi lo 0,7 per cento.
Oltreoceano, apertura sotto la parità anche per i maggiori indici di Wall Street con il Dow Jones a -0,9%, lo S&P500 a -0,7% e il Nasdaq a -0,4 per cento.
I mercati continuano a scontare i potenziali impatti economici del coronavirus cinese, che ha registrato i primi casi anche in Russia e nel Regno Unito raggiungendo i 10.000 soggetti infetti. Nel frattempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’emergenza mondiale mentre diverse multinazionali stanno chiudendo momentaneamente gli store nel Paese asiatico.
Preoccupazioni confermate anche dagli analisti di Goldman Sachs che stimano un impatto pari allo 0,4% sul Pil statunitense del primo trimestre, a causa del minor numero di turisti dalla Cina e delle minori esportazioni verso Pechino.
Tra i diversi dati macro giornalieri, spicca la lettura preliminare sulla crescita dell’economia italiana per il periodo ottobre-dicembre che ha messo in evidenza un calo dello 0,3% su base trimestrale, a fronte del lieve incremento (+0,1%) atteso. Su base annua il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è rimasto stabile, deludendo le attese degli analisti (+0,3%). Il dato del terzo trimestre, invece, è stato rivisto a +0,5% dal precedente +0,3 per cento.
In flessione anche il Pil francese (-0,1% congiunturale) e le vendite al dettaglio tedesche (-3,3% su base mensile).
Per quanto riguarda l’Eurozona, la stima di gennaio sull’inflazione prevede un lieve aumento all’1,4% (+1,1% il dato core), mentre il Pil del 4Q (lettura preliminare) ha messo a segno un +0,1% trimestrale e un +1% su base annua (consensus +0,2% t/t e +1,1% a/a).
Sul Forex l’EUR/USD sale a 1,1065. In evidenza la sterlina con il cambio GBP/USD a 1,3149 e il cambio EUR/GBP a 0,8416 nel Brexit Day e all’indomani della riunione della Bank of England che ha lasciato invariata la politica monetaria.
Tra le materie prime, scendono le quotazioni del greggio con il WTI a 51,88 dollari al barile (-0,4%) e il Brent a 56,98 dollari al barile (-0,6%). Settimana debole per il petrolio, penalizzato dal maggior incremento delle scorte statunitensi degli ultimi tre mesi e dai timori per un rallentamento della domanda per via delle conseguenze del virus cinese.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano si attesta allo 0,93% mentre si allarga lo spread Btp-Bund a 139 punti base.
Tornando a Piazza Affari, resistono sopra la parità solo Leonardo (+2,6%) e Atlantia (+1,3%). Leonardo ha evidenziato per il 2019 una previsione di ordini e ricavi al di sopra della guidance mentre gli acquisti sul titolo Atlantia sono sostenuti dal progressivo allontanamento dell’ipotesi revoca concessione.