Bce – Aggiornamento mensile sul portafoglio titoli

Ormai prossimo alla soglia dei 2,6 trilioni di euro, il portafoglio della Bce prosegue imperterrito la sua ascesa al ritmo di incrementi mensili di 20 miliardi, così come previsto dal primo novembre scorso, lascito della gestione Draghi ed ereditato senza alcun pentimento da quella nuova di Lagarde.

La forte complicazione del quadro di riferimento dovuta all’improvviso manifestarsi dell’epidemia influenzale causata dal coronavirus, le cui conseguenze sulla crescita dell’economia sono al momento impossibili da quantificare nemmeno spannometricamente, avvantaggia per un certo verso la gestione dei mezzi non convenzionali dell’Eurotower che continua a disporre di una potenza di fuoco non trascurabile senza dover ricorrere a nuove soluzioni che richiederebbero viceversa la ricerca di un consenso condiviso.

Il dato di fine gennaio, quindi, non riserva sorprese confermando le cifre prevedibili con la sola, usuale, maggiore volatilità del dato relativo alla categoria degli Abs (asset backed securities) naturalmente soggetti a variazioni nei flussi di rimborso solo statisticamente approssimabili.

Segna un progresso evidente, invece, il comparto dei titoli corporate, comparto che in realtà era rimasto leggermente penalizzato nel corso del mese di dicembre per ragioni tecniche. È notizia che non sorprende considerata la vivacità del primario di questo tipo di emissioni da inizio anno.

A titolo di memoria, si rammenta comunque che gli acquisti di “carta corporate” vedono una presenza particolarmente massiccia della Bce sul settore secondario con una quota ufficiale superiore all’80% del portafoglio acquistata in questo segmento e tale da rendere la Banca Centrale uno dei principali attori del mercato.

Come sempre, tuttavia, l’attenzione sull’attività svolta nelle stanze del grattacielo di Francoforte resta focalizzata sul comparto dei titoli pubblici, area in cui l’effetto dei tassi negativi si fa sentire con particolare intensità costringendo i tesorieri della Banca Centrale a modulare le operazioni per mantenere il corretto equilibrio tra quantità e durate.

Così, dopo il forte recupero dei pesi di Germania e Spagna all’interno del portafoglio globale registrata a dicembre, gennaio segnala il recupero di Francia e Italia con la prima che vede acquisti netti per 7,4 miliardi e il nostro Paese forte di un progresso di oltre 4,5. Tenuto presente del forte recupero dei prezzi dei Btp avvenuto dopo le elezioni regionali di poco più di una settimana fa bisogna riconoscere alla Bce un timing perfetto nel modulare le proprie scelte.

Quanto alla durata media, invece, non si evidenziano nell’insieme cambiamenti, anche se a livello disaggregato qualche modesta riduzione è visibile nel trio Francia, Italia e Spagna compensata peraltro da un movimento opposto per quanto riguarda la Germania.

Va infine ricordato che, oltre agli acquisti netti per complessivi 20,3 miliardi, nel corso di gennaio sono stati effettuati anche rinvestimenti per quasi 32 ulteriori miliardi di titoli venuti a scadenza oltre a quello dei proventi (interessi e cedole) di cui non si ha un’evidenza contabile, tutto questo per sottolineare ancora una volta la centralità del ruolo dell’Eurotower sul mercato.

Febbraio, in ultimo, è un mese tecnicamente corto non solo per il numero di giorni ridotti (per quanto questo sia un anno bisestile), ma anche perché le scadenze previste non arrivano a sfiorare gli 8 miliardi.