Ubi ha chiuso il quarto trimestre 2019 con un margine di intermediazione salito a 948,5 milioni (+9,5% su base annua), grazie alla crescita delle commissioni nette che ha compensato il calo del margine di interesse. Il risultato lordo di gestione è balzato a 369,3 milioni (+47,9% a/a), beneficiando anche grazie del contenimento dei costi. Il periodo si è chiuso con un utile di 60,1 milioni (215,1 milioni nel quarto trimestre 2018), impattato da un costo non ricorrente legato al piano di esodo del personale.
Il quarto trimestre 2019 di Ubi ha evidenziato una crescita del margine di intermediazione che, accompagnata dal contenimento dei costi, ha consentito l’aumento del risultato lordo di gestione.
L’utile netto è stato impattato da un onere straordinario, pari a 46,8 milioni, in relazione a esodi che avverranno nel corso del 2020, con sinergie attese per circa 20 milioni nel 2020 e di circa 25 milioni annui a partire dal 2021.
Il margine di intermediazione si è attestato a 948,5 milioni (+9,5% a/a), nonostante una dinamica contrapposta delle componenti core.
Il margine d’interesse è sceso a 412 milioni (-6,6% su base annua) scontando gli effetti della strategia di salvaguardia degli spread, dell’applicazione dell’Ifrs9 e del de-risking.
Le commissioni nette sono salite a 446,3 milioni (+14,3% rispetto al quarto trimestre 2018), grazie al contributo dei servizi legati all’attività in titoli e delle commissioni relative all’attività bancaria tradizionale.
I profitti da trading hanno registrato un saldo positivo di 58,2 milioni (-6,8 milioni nel periodo di confronto), a seguito di variazioni positive a fair value di attività finanziarie (tra cui Sorgenia e Nexi). In calo a 32 milioni gli altri ricavi (-22% su base annua).
Il continuo controllo dei costi operativi ha comportato un calo degli stessi a 579,3 milioni (-6%). Le spese per il personale sono scese a 355,5 milioni (-4,7% a/a) per la diminuzione dei dipendenti (-454 risorse), mentre gli altri costi, inclusivi di oneri di sistema, sono scesi a 223,8 milioni (-8% rispetto al quarto trimestre 2018), anche per gli effetti dell’introduzione dell’Ifrs16.
Le dinamiche sopra descritte hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 369,3 milioni (+47,9% a/a).
Dopo rettifiche nette su crediti diminuite a 210,5 milioni (-12%), inclusive anche di alcuni accantonamenti straordinari legati alla possibile cessione di un pacchetto di Npl da 800 milioni, il risultato netto di gestione si è fissato a 158,8 milioni (10,6 milioni nel quarto trimestre 2018).
Il trimestre si è chiuso con un utile netto di 60,1 milioni (215,1 milioni nel periodo di confronto, che aveva beneficiato di una componente fiscale positiva di 181,8 milioni), dopo avere scontato il suddetto onere one-off legato alla fuoriuscita di alcune risorse. Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto è pari a 109,4 milioni (41,8 milioni nello stesso periodo del 2018).