Il lancio dell’offerta pubblica di scambio volontaria promossa da Intesa Sanpaolo sul capitale di Ubi ha acceso ulteriormente i riflettori del mercato sul potenziale risiko a cui potrebbe andare incontro il comparto bancario già nel 2020. Intorno alle 10:00 l’indice di settore sale del 2,1 per cento.
Sul Ftse Mib scattano la stessa Ubi (+25,2% a 4,37 euro e già al di sopra del prezzo a cui viene valorizzata dall’Ops di Intesa Sanpaolo, pari a 4,254 euro) e Banco Bpm (+8,1% a 2,49 euro), altra banca che viene indicata dai rumor di mercato come protagonista del consolidamento del settore. Bper, invece, si muove in controtendenza (-4,1% a 4,45 euro).
Sempre in terreno positivo ma con rialzi meno clamorosi Intesa Sanpaolo (+1,5% a 2,58 euro), autrice della mossa a sorpresa su Ubi, e l’altra big UniCredit (+0,7% a 14,25 euro).
Sul Mid Cap, bene Mps (+2,2% a 1,84 euro), con lo Stato che sta trattando con l’UE per la cessione di un significativo pacchetto di Npe per agevolarne l’uscita dal capitale e una potenziale aggregazione, Credem (+3,5%), i cui vertici nei giorni scorsi hanno aperto a una possibile crescita esogena, Creval (+5,6% a 0,0941 euro), anche recentemente indicata da voci di mercato come candidata ad un matrimonio, e Popolare Sondrio (+7,1% a 2,61 euro), su cui si è riacceso l’appeal speculativo dopo che l’Avvocatura Generale ha espresso un parere favorevole sulla riforma delle popolari e che potrebbe avvicinare la trasformazione in Spa.