La realtà che nascerà dall’unione di Intesa Sanpaolo e Ubi Banca sarà uno dei leader europei del settore bancario non solo per dimensioni ma anche in termini di efficienza.
Il presupposto di base dell’operazione è infatti legato alla convinzione dei vertici di Intesa Sanpaolo che il settore finanziario e bancario nei prossimi anni saranno caratterizzati da un consolidamento nel quale i principali operatori potranno essere campioni sia europei sia extra-europei.
Per essere tra i protagonisti della nuova fase, Intesa Sanpaolo è convinta si debbano raggiungere dimensioni che consentano di competere autonomamente e svolgere un ruolo proattivo nel panorama bancario europeo.
Una crescita dimensionale necessaria per affacciarsi sul panorama europeo, magari per partecipare a una seconda fase di consolidamento cross-border da protagonista aggregante, che necessita un ulteriore allargamento dimensionale domestico. E Ubi pare il candidato ideale in quanto dotato di “caratteristiche simili all’offerente stesso, in modo da minimizzare i rischi di esecuzione e creare valore per tutti gli stakeholders, fine ultimo di un grande player di settore”.
Il nuovo colosso del credito tricolore raggiungerà, secondo i piani, un utile netto di oltre 6 miliardi nel 2022. Una redditività che permetterà alla banca di distribuire ai propri azionisti dividendi elevati e sostenibili con la previsione di un dividendo per azione pari a 0,2 euro a valere sul 2020 e superiore a 0,2 euro a valere sul 2021.
Nel contempo, il nuovo gruppo continuerà ad accelerare la riduzione dei crediti deteriorati senza costi per gli azionisti. Questo grazie anche alla macchina operativa di Intesa Sanpaolo che verrà messa a disposizione di Ubi.
Il gruppo è in grado di confermare una elevata solidità patrimoniale, con un CET1 ratio previsto a un livello superiore al 13 per cento.
Anche dal punto di vista della incisività sul mercato italiano del credito, il nuovo gruppo avrà una potenza di fuoco impressionante.
Grazie alla capacità reddituale e alla solidità patrimoniale la banca che nascerà dall’aggregazione fra Intesa Sanpaolo e Ubi potrà garantire 30 miliardi di credito aggiuntivo nei prossimi 3 anni a sostegno dell’economia italiana; aumentare da 50 a 60 miliardi le nuove erogazioni a favore della Green Economy e incrementare da 5 a 6 miliardi il plafond destinato a investimenti nella circular economy ; portare da 1,25 a 1,5 miliardi la capacità erogativa del Fondo d’Impatto; portare da 11,5 a 13,5 milioni gli interventi a favore delle persone in difficoltà (distribuzione pasti, posti letto, indumenti, cibo) nei prossimi tre anni.