Le principali borse europee si muovono in territorio negativo scontando i rinnovati timori riguardanti l’impatto del coronavirus, ad eccezione del Ftse Mib di Milano che, intorno alle ore 11:30, avanza dello 0,5% sostenuto dal comparto bancario.
Il Dax di Francoforte lascia sul terreno lo 0,6%, il Ftse 100 di Londra lo 0,6%, il Cac 40 di Parigi lo 0,3%, mentre l’Ibex35 di Madrid si muove sulla parità.
Il profit warning lanciato ieri sera da Apple ha riacceso le preoccupazioni sugli effetti dell’epidemia sulla crescita globale, nonostante il tasso di nuovi contagi nella provincia di Hubei, epicentro del virus, sembra aver raggiunto una fase di stabilizzazione.
La chiusura degli stabilimenti cinesi e il calo delle vendite nella prima economia asiatica (circa il 20% totale dell’azienda) hanno spinto il colosso di Cupertino a rivedere al ribasso le previsioni di crescita dei ricavi per il primo trimestre.
Nel frattempo i mercati sembrano essere rimasti indifferenti al crollo dell’indice ZEW di febbraio sulla fiducia degli investitori istituzionali tedeschi (diffuso alle ore 11:00), sceso a 8,7 punti ben al di sotto dei 26,7 punti di gennaio e dei 21,5 punti stimati dagli analisti. Il sotto-indice relativo alla situazione corrente è sceso a -15,7 punti dai -9,5 punti di gennaio. Le previsioni degli analisti indicavano un valore di -10,0 punti.
Un dato che ha sostanzialmente confermato i segnali di rallentamento della prima economia europea dopo la pubblicazione degli ultimi indici macro.
Sul Forex, il cambio euro/dollaro scende a 1,0825, mentre il biglietto verde si indebolisce verso lo yen a 109,69.
Tra le materie prime, l’oro sale a 1.591 dollari l’oncia mentre le quotazioni del greggio scendono con il Brent (-1,6%) a 56,73 dollari al barile e il Wti (-1,4%) a 51,56 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano sale allo 0,9% con il relativo spread verso il bund tedesco in aumento a 132 punti base, mentre sembrano essere più evidenti agli occhi degli operatori le spaccature all’interno della maggioranza di governo.
Tornando a Piazza Affari, attenzioni sul comparto bancario dopo il lancio a sorpresa di un’offerta pubblica di scambio da 4,86 miliardi da parte di Intesa San Paolo (+1,6%) su UBI (+21,8%). Una notizia che ha contribuito a creare attenzioni sul potenziale “risiko” all’interno del settore.
Denaro anche su Banco Bpm (+7,3%) e Mediobanca (+1,9%).
In coda invece Prysmian (-2,2%) e Bper (-7,7%), quest’ultima appesantita dal possibile lancio di un aumento di capitale per finanziare l’acquisto di 400-500 filiali nel caso l’ops di Intesa San Paolo su UBI andasse in porto.