In Italia il settore utility sta vivendo una fase di grande rinnovamento e si conferma perno dell’economia nazionale, grazie anche al boom degli investimenti, e sarà chiamato ad affrontare questioni centrali, come l’innovazione e la sostenibilità, e a misurarsi con nuovi temi, quali mobilità e inclusione sociale.
Sono alcune delle principali evidenze emerse nell’ultima edizione, l’ottava, del rapporto Top Utility, che ha tracciato il quadro delle maggiori 100 utility pubbliche e private nei settori gas, luce, acqua e rifiuti, e ha approfondito gli aspetti economici, ambientali, di customer care, tecnologici e di Corporate Social Responsibility.
Sono stati anche assegnati i premi alle eccellenze italiane del settore. La migliore in assoluto è stata MM-Metropolitana Milanese. I premi Top Utility sono andati anche ad Acea (Sostenibilità), Etra (Comunicazione), Enel (RSE Ricerca e Innovazione), Gruppo Egea (Consumatori e Territorio), Ambiente Servizi (Performance Operative) e Iren (Diversity).
Volendo tracciare un identikit del settore, innanzitutto, è da segnalare che nel 2018 le 100 maggiori utility italiane hanno contribuito per il 6,5% del PIL italiano, generando un valore della produzione di 114 miliardi, in aumento del 2,8% rispetto al 2017.
Il settore continua però a essere frammentato tra pochi grandi operatori (11 quelli che superano un miliardo di fatturato) e molti medio-piccoli (oltre la metà sono sotto 100 milioni) ed è composto per la maggior parte (62%) da utilities a capitale completamente pubblico e solo il 4% sono private.
Inoltre, le 100 maggiori utility hanno un peso centrale nei servizi pubblici, coprendo quasi il 75% delle vendite di energia elettrica in Italia, oltre il 60% del gas venduto, il 41% dei rifiuti urbani raccolti e il 70% dell’acqua distribuita.
Un ruolo decisivo, poi, è dato dagli investimenti che, dopo il boom del 2017, nel 2018 hanno superato i 6,6 miliardi (+18,7%), un valore equivalente allo 0,3% del PIL. Nello stesso anno è aumentata anche la quota del fatturato destinata agli investimenti, che ha raggiunto il 5,8% dal 4,9% del 2017.
La spesa maggiore è nel settore elettrico con 3,1 miliardi (il 47% del totale) in crescita +22,9% su base annua. Il maggior incremento in termini percentuali è invece quello del settore rifiuti (+57,9% a 154,6 milioni). Anche la ricerca e l’innovazione stanno assumendo sempre maggior peso: le risorse destinate sono salite del 47% rispetto al 2017.
Cresce anche l’impegno delle Top 100 nello sviluppo di progetti sulla mobilità sostenibile nelle città. Aumentano le iniziative di smart mobility, con il 25,5% delle aziende che ha dichiarato di averne allo studio o in corso di realizzazione e il 21,3% che ne ha già alcune operative. Le Top 100 hanno installato ad oggi 12.000 punti di ricarica elettrica pubblica e nei prossimi tre anni ne sono previsti oltre 30.000.
Sempre maggiore attenzione è data al reporting ESG. Sono infatti 59 le Top 100 che pubblicano il rapporto di sostenibilità, a conferma di un trend in continua crescita (+22% in tre anni).
Maggiore spazio inoltre è dato al tema della diversità e inclusione, sul quale il 15% delle aziende ha adottato policy interne che includono la diversity. Quanto ad aspetti più specifici, come l’uguaglianza di genere, il personale femminile nelle Top 100 è il 24%, superiore alla media del settore industriale italiano. La presenza di donne nei CdA tocca il 34%.
Infine, la comunicazione online tra le aziende continua ad essere in crescita grazie a un approccio multicanale (app, social e sito web). Migliora anche l’indice di soddisfazione complessiva dei clienti, sebbene il numero di reclami sia salito sensibilmente, registrando il valore più alto del triennio. Il processo di digitalizzazione delle utility ha però favorito la riduzione dei tempi di attesa delle chiamate, agli sportelli e di risposta ai reclami.