Pietro Giuliani, fondatore e presidente di Azimut, spiega le regioni per cui Timone fiduciaria, che riunisce in il Patto di sindacato che riunisce manager, consulenti, gestori e dipendenti del gruppo, ha venduto una quota dell’1,78%.
“L’investimento in Azimut era stato avviato due anni fa. Da allora il gruppo è cresciuto, ci siamo allargati, ci sono stati nuovi ingressi di persone. Abbiamo quindi deciso di chiudere una prima fase dell’operazione per consentire ai partecipanti di realizzare il proprio investimento per poi ripartire con una nuova fase che coinvolga anche le 200 nuove persone del gruppo” spiega Giuliani in un’intervista a Class Tv.
L’operazione di abb (accelerated book building) realizzata due giorni fa riguardava un pacchetto di 2,55 milioni di azioni ordinarie di Azimut (pari all’1,78% circa del capitale) cedute al prezzo unitario di 23,7 euro.
“L’Abb ci ha consentito di consolidare e contabilizzare una plusvalenza del 200% di cui hanno beneficiato i 1.200 colleghi soci della holding” sottolinea il presidente del Gruppo.
A breve, sottolinea Giuliani, “faremo un’altra operazione di investimento, probabilmente prima del lancio del piano industriale, a cui potranno aderire anche i 200 colleghi rimasti esclusi a questo giro. Io parteciperò sicuramente anche alla prossima operazione e investirò sicuramente in misura importante nella società”.
Giuliani precisa inoltre che “tengo a sottolineare che tutti noi che abbiamo partecipato all’accelerated book building non abbiamo fatto cassa: abbiamo semplicemente venduto una parte di azioni per smontare la leva e siamo tutti rimasti investiti in azioni Azimut che appartengono al patto di sindacato e che pertanto rimangono soggette a tutta una serie di lock-up prestabilita”.