Banca Intermobiliare (Bim) ha chiuso il 2019 con un margine di intermediazione pari a 54,6 milioni (+11,7% a/a). Il periodo si è chiuso con un rosso di 38,8 milioni (-153,7 milioni nel 2018), miglioramento dovuto al venire meno anche di alcune componenti non ricorrenti, oltre che al taglio dei costi.
Il 2019 di Banca Intermobiliare (Bim) è stato caratterizzato da importanti interventi finalizzati al recupero dell’efficienza operativa e al contenimento dei costi adottati dal management insediatosi alla fine dello scorso mese di aprile, anche in attuazione delle misure previste dal piano strategico finalizzato al rilancio attraverso l’adozione di un nuovo modello strategico-operativo.
Il margine di intermediazione è salito a 54,6 milioni (+11,7% rispetto al periodo di confronto), al cui interno il margine di interesse è cresciuto a 12,1 milioni (+42,4% a/a), per l’apporto positivo del portafoglio titoli e la riduzione degli interessi passivi, mentre le commissioni nette sono scese a 32,6 milioni (-6,8% su base annua), a seguito della contrazione degli asset under management.
I profitti da trading sono aumentati a 9,9 milioni (+83,9% rispetto al 2018), grazie al buon andamento dei mercati finanziari.
I costi operativi, al netto delle componenti one-off, sono calati a 72,2 milioni (-16,5% a/a), al cui interno i costi del personale sono scesi a 38,6 milioni (-13,8% su base annua), grazie alla riduzione dei dipendenti, e gli altri costi a 33,6 milioni (-19,4% rispetto al 2018), per effetto delle iniziative di razionalizzazione.
Tali dinamiche hanno portato ad un risultato lordo di gestione negativo per 17,7 milioni (-37,7 milioni nel periodo di confronto) e, dopo avere scontato costi di ristrutturazione per 14,6 milioni e rettifiche di valore sull’avviamento della controllata Symphonia per 11,6 milioni (21,8 milioni nel periodo di confronto), il periodo si è chiuso con un rosso di 38,8 milioni (-153,7 115,7 milioni nel 2018), impattato da rettifiche su crediti per 67,9 milioni.
Al 31 dicembre 2019, gli asset under management scendono a 5,4 miliardi (5,1 miliardi a fine 2018); il decremento è principalmente riconducibile ad alcuni deflussi di masse compensati dall’andamento positivo dei mercati.
Sul fronte patrimoniale, a fine dicembre il patrimonio netto sale a 88,1 milioni (80,8 milioni al 31 dicembre 2018).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 dicembre 2019 il CET1 si fissa al 21,91% (29,27% a fine 2018), a seguito del completamento del rafforzamento patrimoniale da 44 milioni abbinato agli interventi di razionalizzazione.