Il Patto di consultazione Car, che raggruppa il 17,7% del capitale di Ubi, potrebbe arrotondare la quota a ridosso del 20 per cento. Negli ultimi giorni la quota in capo al Patto Car era leggermente scesa dal 17,796% al 17,704%, dopo la cessione di 1,1 milioni di azioni da parte della famiglia Bosatelli nell’ambito di una riorganizzazione societaria.
Secondo quanto riporta Mf, l’incremento della partecipazione potrebbe essere finalizzato con l’adesione di un investitore istituzionale di peso nel patto. Mario Cera, uno dei principali esponenti del patto, non aveva escluso la possibilità di salire.
Il tutto a pochi giorni dell’annuncio dell’Ops da parte di Intesa Sanpaolo sul capitale della banca guidata da Victor Massiah. Offerta definita dal patto Car così “come prospettata, appare ostile, non concordata, non coerente con i valori impliciti di Ubi e dunque inaccettabile”.
Poi è stata la volta del Patto dei Mille (cui fa capo l’1,6% del capitale), che “ha valutato negativamente l’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo, ritenendo che l’ipotesi di concambio – 17 azioni Intesa contro 10 Ubi – sottovaluti significativamente il valore intrinseco del titolo Ubi e non consideri adeguatamente le sue prospettive reddituali”.
Il Sindacato Azionisti Ubi Banca (che detiene l’8,4% del capitale), deve ancora riunirsi per una valutazione preliminare dell’offerta promossa da Intesa Sanpaolo, dopo il rinvio del vertice fissato per lunedì.
Intesa Sanpaolo ha subordinato l’efficacia del deal all’acquisizione di almeno il 66,67% del capitale di Ubi e comunque non sotto la soglia del 50% più un’azione.
Intorno alle 10:00 a Piazza Affari il titolo Ubi cede lo 0,7% a 3,87 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1,3 per cento.