Mercati Usa – Seduta molto pesante (Nasdaq – 4,6%)

Mercati americani senza rete di protezione. Dopo un’ora dall’apertura tutti i principali listini perdono oltre tre punti percentuali, ma poi improvvisamente rimbalzano e tagliano le perdite di oltre due punti percentuali con il Russell 2000 che per pochi minuti torna anche positivo.

Nelle ultime due ore, gli indici hanno ripreso a scivolare per inabissarsi del tutto nel finale con il Dow Jones (-4,4%) sotto quota 26.000 punti, in calo di 1.200 nella seduta e di oltre 3.000 da inizio settimana, e lo S&P500 che scende della stessa entità sotto i 3.000 punti. Poco meglio il Russell 2000, la cui caduta si ferma ad un -3,6%.

VIX alle stelle (+42%) a quota 39 punti.

I listini americani entrano tutti in fase di correzione essendo scesi oltre il 10% rispetto al massimo storico. Non era inoltre mai accaduto una discesa dello S&P500 del 10% in meno di sei sedute nella storia di Wall Street.

In after hours è proseguita la discesa con il futures dello S&P500 che si è fermato a quota 2950 punti ed il Nasdaq che lascia sul terreno un altro punto percentuale.

Il bilancio dei singoli titoli è un vero bollettino di guerra con tesla che perde il 12%, Apple il 7%, Microsoft il 6% ed Amazon il 4%.

La pattuglia dei titoli FANG ha bruciato in sei sedute 350 miliardi di capitalizzazione. Pesante tutto il settore retail da Walmart fino a NiKe con perdite tra i quattro ed i cinque punti percentuali.

Abbastanza compromesso anche il quadro tecnico con tutti gli indici che hanno bucato la media a 200 giorni, ad eccezione del Nasdaq che ha perforato solo quella a 100.

Tutti e undici i settori dello S&P500 perdono almeno il 3,3% con l’immobiliare che cede il 5,6% e l’energia il 5,3%, quest’ultimo annichilito dalla performance del petrolio (-3,4%) a quota 47,10 dollari al barile, dopo un passaggio anche sotto i $46, minimo dal gennaio 2018, e dal gas naturale (-5,5%) che raggiunge i minimi dal 2015.

Nuovi record negativi anche per i rendimenti obbligazionari spinti al ribasso dal “flight to safety” verso i bond. Nello specifico, la scadenza biennale cede cinque punti base al 1,1% ed il Tbond uno al 1,3%

Metalli preziosi in altalena con oro invariato ed argento sempre più debole (-1,5%).

Dollaro ancora penalizzato dal sell-off dei mercati americani a quota 1,097 nei confronti della moneta unica.