Nel prossimo triennio, il colosso elettrico punta a creare valore attraverso la sostenibilità, con un nuovo piano strategico che mette al centro la lotta al cambiamento climatico, accelerando sui trend globali di decarbonizzazione ed elettrificazione, abilitati dall’ulteriore sviluppo di infrastrutture di rete e piattaforme. Una strategia integrata che beneficerà di oltre 28 miliardi di investimenti per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il tutto, in ottica di creazione di valore per gli azionisti attraverso solidi aggregati economico-finanziari.
- Francesco Starace, Ad e Direttore Generale di Enel, illustra le priorità strategiche
- Decarbonizzazione ed elettrificazione: il futuro del settore energetico
- Infrastrutture e reti più efficienti e digitalizzate
- Servizi innovativi platform-based per un cliente sempre più al centro del sistema energetico
- I principali target del piano 2020-2022
- Dalla svolta del 2019 alla decarbonizzazione totale entro il 2050
- I conti dei primi nove mesi 2019
- Analisti positivi dopo il piano
- In Borsa un titolo da record
Un piano a forte trazione green, con una chiara definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile – in linea con l’agenda ONU 2030 – da raggiungere grazie al contributo di un sostanzioso pacchetto di investimenti destinati alla lotta al cambiamento climatico: è quanto ha messo sul piatto per il prossimo triennio l’Ad e Direttore Generale di Enel, Francesco Starace.
Il tutto secondo un’equazione che l’azienda ritiene chiara e al tempo stesso potente: sostenibilità uguale valore. Questo piano strategico, infatti, muove in continuità con il percorso avviato nel 2015, anno in cui il gruppo elettrico ha adottato un modello di business sostenibile e integrato che gli è valsa una posizione di rilievo nel settore energetico, favorendo la generazione di valore nel contesto della transizione energetica.
Il piano 2020-22 si innesta su un 2019 che ha rappresentato “un punto di svolta per le dinamiche di trasformazione del settore energetico a livello globale”, ha chiarito l’Ad, che si aspetta “un’accelerazione dei trend di decarbonizzazione ed elettrificazione nei prossimi anni” anche oltre l’orizzonte del piano.
Degli oltre 28 miliardi di fondi stanziati, infatti, più del 50% sarà destinato alla decarbonizzazione della produzione (circa 14 miliardi) e alla elettrificazione dei consumi (oltre 1 miliardo). Fattori abilitanti per questi due trend globali sono rappresentati dalle infrastrutture di rete e dalle piattaforme, per lo sviluppo delle quali il colosso elettrico ha previsto complessivamente circa 13 miliardi.
Questo importante pacchetto di capex dovrebbe consentire al gruppo Enel di raggiungere gli sfidanti target al 2022: Ebitda a 20,1 miliardi (17,9 miliardi nel 2019), utile netto ordinario a 6,1 miliardi (CAGR del 8,3%), indebitamento finanziario netto a 47,3 miliardi (45,2 miliardi del 2019) e dividendo minimo a 40 centesimi di euro (CAGR del 7,7%).
Un piano che è stato accolto positivamente dagli analisti delle banche di affari, che in diversi casi hanno rivisto al rialzo i propri target price sul titolo Enel. In media, il prezzo obiettivo calcolato da Bloomberg è di 8,10 euro: un orizzonte ben visibile se si considera che da inizio gennaio 2019 ad oggi le azioni hanno guadagnato oltre il 50%, toccando a metà febbraio un massimo di 8,56 euro e sovraperformando sia l’indice settoriale di riferimento sia il Ftse Mib.
Francesco Starace, Ad e Direttore Generale di Enel, illustra le priorità strategiche
Il Piano Strategico 2020-2022 “si basa sul modello di business sostenibile che abbiamo adottato fin dal 2015 per cogliere le opportunità nel settore energetico legate ai trend globali della decarbonizzazione e dell’elettrificazione” ha spiegato Francesco Starace, Ad e Direttore Generale di Enel, che ha sottolineato come “la digitalizzazione del nostro vasto business di rete e l’adozione di piattaforme per tutte le attività relative ai nostri clienti sono fattori chiave di questo piano, promuovendo la realizzazione di efficienze e l’introduzione di servizi aggiuntivi”.
Sono queste le priorità che il gruppo elettrico si è dato per il prossimo triennio, focalizzando la strategia aziendale, in un contesto di transizione energetica in atto, sul raggiungimento di specifici Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG), che beneficeranno della quasi totalità dei ben 28,7 miliardi di investimenti organici (+11% rispetto a 25,9 miliardi del piano precedente) previsti in arco di piano.
Così, la lotta al cambiamento climatico (SDG 13), al centro di tutte le attività del gruppo, si traduce nell’impegno a garantire energia pulita e accessibile (SDG 7), attraverso decarbonizzazione ed elettrificazione, i cui fattori abilitanti sono reti digitalizzate ed efficienti (SDG 9 su industria, innovazione e infrastrutture) e servizi innovativi platform-based a sostegno di una domanda elettrica sempre crescente (SDG 11 su città e comunità sostenibili).
Decarbonizzazione ed elettrificazione: il futuro del settore energetico
Oltre il 50% del capex totale in arco di piano è destinato alla decarbonizzazione della produzione e alla elettrificazione dei consumi.
Nel dettaglio, Enel prevede di investire in decarbonizzazione 14,4 miliardi, con l’obiettivo di aumentare la capacità rinnovabile di gruppo, a fronte di una graduale sostituzione degli asset di generazione convenzionale, per giungere a una completa decarbonizzazione del mix tecnologico entro il 2050.
In particolare, 12,5 miliardi saranno destinati alle rinnovabili, di cui 11,5 miliardi dedicati alla crescita della capacità, che si prevede aumenti di 14,1 GW entro il 2022 (livello medio annuo di 4,7 MW, vs 3 GW del 2019), raggiungendo circa 60 GW di capacità gestita totale, principalmente da crescita organica.
Il tutto porterà la percentuale di rinnovabili sulla capacità installata complessiva dall’attuale 50% al 60%, riducendo la produzione globale da carbone del 75% circa rispetto al 2018 e aumentando l’output a zero emissioni di CO2 fino al 68% nel 2022. A ciò si aggiunge l’ulteriore obiettivo per il 2030 di ridurre del 70% delle emissioni di CO2 per kWh rispetto al 2017.
Target che faranno capo a una nuova business line, Global Power Generation, che, concentrando in un’unica struttura generazione termica e rinnovabile, permetterà di migliorare le sinergie e trarre il massimo dalle opportunità legate alla transizione energetica.
A ciò si aggiungono circa 1,2 miliardi che saranno destinati alla elettrificazione dei consumi, valorizzando crescita e diversificazione della base clienti, e al continuo efficientamento sostenuto dalla creazione di piattaforme globali di business.
Infrastrutture e reti più efficienti e digitalizzate
Decisivo sarà anche l’investimento nelle infrastrutture, pari a circa 11,8 miliardi (+7% rispetto al piano precedente), con l’obiettivo di ottenere ulteriori miglioramenti in termini di efficienza e qualità del servizio, oltre che a una maggior digitalizzazione della rete.
Su questo secondo fronte infatti, in arco di piano, Enel continuerà il programma di sostituzione degli smart meters, portando il numero di contatori intelligenti di seconda generazione installati da circa 13 milioni stimati per il 2019 a circa 29 milioni nel 2022.
Il tutto a favore di una maggiore qualità del servizio e di una rete più efficiente, flessibile e resiliente, con una riduzione attesa dell’indice di frequenza media di interruzione (SAIFI) del 9% e dei costi operativi per cliente finale del 17% al 2022.
Servizi innovativi platform-based per un cliente sempre più al centro del sistema energetico
I trend di decarbonizzazione ed elettrificazione indurranno una sempre crescente domanda di servizi a valore aggiunto. A ciò il gruppo risponderà attraverso la business line Enel X che investirà 1,1 miliardi, valorizzando anche il ruolo sempre più centrale dei clienti all’interno del sistema energetico.
Nel prossimo triennio, infatti, Enel X intende aumentare la capacità di demand response gestita fino a 10,1 GW nel 2022 (vs 6,3 GW stimati per il 2019) e quella dei sistemi di accumulo fino a 439 MW nel 2022 (vs 113 MW stimati per il 2019). A ciò si aggiunge il notevole impatto in termini di elettrificazione con l’installazione di circa 650mila nuovi punti di ricarica pubblici e privati per veicoli elettrici (736mila nel 2022 vs 82mila stimati nel 2019).
Inoltre, il gruppo continuerà ad adottare il modello platform-based nelle reti, nel retail e in Enel X, che permetterà la standardizzazione dei processi operativi, della gestione dei clienti grazie a un modello incentrato su prodotti e servizi, piuttosto che sui mercati locali, e dell’allocazione delle risorse e dei sistemi.
I principali target del piano 2020-2022
Il pacchetto di investimenti messi a punto a sostegno della sostenibilità andrà a vantaggio dei target economico-finanziari, in un’equazione che l’azienda ritiene semplice e al tempo stesso potente: sostenibilità uguale valore.
Infatti, l’Ebitda di gruppo dovrebbe raggiungere 20,1 miliardi nel 2022, con un incremento del 12% rispetto ai 17,9 miliardi del 2019 (CAGR di circa il 4%). La performance operativa e l’attenzione nella gestione finanziaria dovrebbero tradursi poi in un utile netto ordinario per il 2022 atteso a 6,1 miliardi, in crescita del 27% rispetto a 4,8 miliardi stimati nel 2019 (CAGR del 8,3%).
Sul fronte patrimoniale, è previsto che l’indebitamento finanziario netto salga a 47,3 miliardi nel 2022, dai 45,2 miliardi del 2019, principalmente per effetto del piano investimenti.
“Nella visione di Enel”, ha ricordato l’Ad, “la sostenibilità è sempre più un fattore abilitante fondamentale anche per la strategia finanziaria”. Nel periodo 2020-2022 e oltre, infatti, il gruppo prevede che l’incidenza delle fonti di finanziamento sostenibili, quali le obbligazioni SDG-linked, sull’indebitamento lordo di Enel aumenterà al 43% circa nel 2022 e al 77% nel 2030 rispetto all’attuale 22%, con connessa riduzione del costo dell’indebitamento.
E tutto ciò anche in ottica di creazione di valore per gli azionisti. Nel triennio infatti l’azienda continuerà a corrispondere un dividendo pari all’importo più elevato fra il 70% dell’utile netto ordinario consolidato e il DPS minimo garantito (CAGR del 7,7%). DPS minimo in aumento di 1 centesimo di euro per azione nel 2020 e 2021 rispetto al piano precedente, con un nuovo obiettivo di 0,40 euro per azione nel 2022.
Dalla svolta del 2019 alla decarbonizzazione totale entro il 2050
I target al 2022 si innestano su un 2019 che “ha segnato un punto di svolta per le dinamiche di trasformazione del settore energetico a livello globale”, ha chiarito Starace che si aspetta “un’accelerazione dei trend di decarbonizzazione ed elettrificazione nei prossimi anni”.
Nell’anno che si è da poco concluso, infatti, la produzione da fonti rinnovabili ha pareggiato la generazione tradizionale, al netto del nucleare, rispetto al 36% del 2015, anno in cui Enel gettava le basi per quel modello di business sostenibile e integrato che le ha permesso di cogliere le opportunità nel settore energetico grazie a cui, sottolinea il Ceo, “oggi è una azienda più sostenibile, efficiente e remunerativa, con un profilo di rischio significativamente minore e una maggiore capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti”.
Oggi, ricordiamo, il gruppo elettrico è il maggiore distributore di energia privato a livello mondiale (circa 73 milioni di utenti finali) con la più estesa base clienti retail (circa 70 milioni di clienti elettricità e gas), oltre che il principale operatore in rinnovabili con una capacità gestita pari a circa 46 GW.
Nel percorso verso la completa decarbonizzazione entro il 2050, “stiamo preparando le nostre infrastrutture di rete e i processi di gestione clienti per il futuro, investendo nella digitalizzazione delle reti e nella progressiva trasformazione di Enel in un gruppo platform-based” continua Starace.
Il tutto in una prospettiva globale che vede nei prossimi anni, e ben oltre l’orizzonte del recente piano, le reti come spina dorsale di un sistema elettrico sostenibile in cui i DSO avranno un ruolo fondamentale per la transizione energetica.
I conti dei primi nove mesi 2019
“La positiva performance conseguita nei primi nove mesi del 2019 dimostra la solidità del modello integrato di business di Enel” ha commentato l’Ad.
Il gruppo ha registrato ricavi in crescita del 3,4% a 57,1 miliardi, con il contributo del business infrastrutture e reti (+10,8% a 16,2 miliardi), grazie anche all’acquisizione di Enel Distribuição São Paulo, e dell’attività di generazione e trading (+7,4% a 21,3 miliardi), che hanno compensato il calo nei mercati finali (-4% a 24,2 miliardi, il 42,4% del fatturato totale).
L’Ebitda migliora del 8,9% a 13,2 miliardi, grazie soprattutto ai business infrastrutture e reti (+8,7% a 6,1 miliardi), mercati finali (+4,5% a 2,4 miliardi) e generazione e trading (+52,5% a 1,2 miliardi), che hanno più che compensato la sostanziale stabilità della divisione Enel Green Power (-0,7% a 3,3 miliardi).
Al netto delle partite straordinarie, tra cui la svalutazione di magazzini relativi ad alcuni impianti a carbone in Italia e Spagna, l’Ebitda ordinario registra un incremento del 10,5% a 13,3 miliardi.
L’utile netto ordinario del gruppo, al netto degli elementi non ordinari, registra un progresso del 14,1% a 3,3 miliardi.
L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2019 ammonta a 46,5 miliardi (+5,4 miliardi rispetto a 41,1 miliardi di fine dicembre 2018, in aumento principalmente per effetto degli investimenti del periodo, del pagamento dei dividendi, dei tassi di cambio sfavorevoli e per la prima applicazione dell’IFRS 16.
Analisti positivi dopo il piano
Il piano al 2022 è stato accolto positivamente dagli analisti delle banche di affari. A valle della presentazione, avvenuta lo scorso 26 novembre, diversi broker hanno rivisto al rialzo i propri target price sul titolo del colosso elettrico, confermandone le raccomandazioni.
Si segnalano, tra gli altri: HSBC che ha portato il prezzo obiettivo a 9,5 euro dal precedente 7,4 euro, confermando il giudizio “Buy”; Morgan Stanley, che ha alzato il target price a 9,0 euro dal precedente 7,5 euro; Mediobanca, che ha alzato il prezzo obiettivo a 8,6 euro dal precedente 7,5 euro, con raccomandazione “Outperform”.
Complessivamente ad oggi, in base a quanto riportato da Bloomberg, su 30 giudizi, 20 sono positivi, 9 neutrali e 1 negativo, con un target price medio a dodici mesi di 8,10 euro. TP medio che è progressivamente aumentato a valle del piano.
In Borsa un titolo da record
L’anno da poco trascorso è stato molto positivo per il colosso elettrico italiano. Da inizio gennaio 2019 ad oggi infatti il titolo Enel ha guadagnato il 51%, fino a toccare a metà febbraio un massimo di 8,56 euro, sovraperformando sia l’indice settoriale di riferimento, l’EuroSTOXX Utilities (linea verde), sia il Ftse Mib (linea rosa), che nello stesso periodo hanno riportato rispettivamente un +29% e +20 per cento.
Un andamento che, di fatto, non si è mai arrestato e che ha portato le azioni Enel, dapprima, a battere gli indici di riferimento (giugno-luglio 2019), e poi, a raggiungere nuovi massimi proprio nei primi mesi del 2020.
Performance assistita, quindi, da un valore di mercato sempre crescente. Infatti, il titolo ha segnato a febbraio 2020 un nuovo record di capitalizzazione di mercato superando gli 85 miliardi, confermandosi la prima azienda nel mercato italiano e la prima azienda nel settore utilities in Europa per capitalizzazione.