Mercati – Milano cede il 2,4%, apertura sopra la parità a Wall Street

Nel pomeriggio il Ftse Mib di Milano continua a viaggiare in territorio negativo in area 21.460 punti (-2,4%), sottoperformando le altre principali piazze del Vecchio Continente in una giornata volatile per le borse europee che avevano iniziato gli scambi alla ricerca di un tentativo di rimbalzo.

Il Cac40 di Parigi lascia sul terreno lo 0,1%, il Dax di Francoforte lo 0,5% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,6% mentr il Ftse100 di Londra guadagna lo 0,5 per cento.

Oltreoceano, i principali indici di Wall Street aprono invece in territorio positivo (Nasdaq +0,7%, Dow Jones +0,6% e S&P500 +0,5%), reduci dalla peggior settimana dalla crisi del 2008.

I mercati europei avevano inizialmente beneficiato della buona intonazione delle piazze asiatiche e dell’ottimismo di un intervento congiunto delle banche centrali per contrastare gli effetti del coronavirus sull’economia.

La Bank of Japan e la Bank of England hanno assicurato che saranno prese misure adeguate per rispondere all’epidemia e il Presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha aperto alla possibilità di abbassare i tassi di interesse.

Il tutto, mentre il numero di casi di coronavirus al di fuori della Cina continua ad aumentare, con oltre 89 mila contagi e 3 mila decessi in tutto il mondo.

Il clima sui mercati è stato inoltre appesantito dalle previsioni dell’Ocse, secondo cui la crescita globale crollerà su livelli che non si vedevano da oltre un decennio a causa dell’impatto dell’epidemia.

Deboli anche i dati di febbraio dell’attività manifatturiera cinese. Il Pmi dell’eurozona ha lievemente superato le aspettative a 49,2 punti. Il dato ISM manifatturiero degli Stati Uniti si è invece attestato al di sotto del consensus.

Sul Forex, il biglietto verde resta frenato dalle prospettive di una riduzione del costo del denaro nella riunione di marzo della Fed con l’Eur/Usd a 1,1133 e l’Usd/Jpy a 107,61.

Per quanto riguarda le materie prime, l’oro torna a 1.601 dollari l’oncia. Le aspettative che, nel meeting del 5 e 6 marzo, l’OPEC+ possa aumentare ulteriormente i tagli alla produzione hanno sostenuto il recupero del greggio dopo il crollo della scorsa settimana, con il Brent (+1,8%) a 50,56 dollari e il Wti (+2,2%) a 45,73 dollari.

Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano sale all’1,17% con il relativo spread verso il bund tedesco a 181 punti base.

A Piazza Affari, Hera (+0,0%) e Diasorin (-0,1%) resistono alle vendite giornaliere, mentre resta appesantito il comparto bancario in fondo al listino.