Wall Street realizza un’altra giornata da brivido alleviata negli ultimi 15’ dalle parole di Powell che consentono un recupero sensazionale ai listini, i quali tuttavia chiudono ancora in rosso e non alleviano le pene di una settimana da incubo.
La giornata termina con il Dow Jones in calo dell’1,4%, lo S&P500 dello 0,8%, dopo un minimo a quasi -4%, ed il Russell 2000 in discesa del 2,75% dopo aver bucato il minimo dello scorso agosto con un quasi -5%, mentre il Nasdaq chiude invariato.
VIX in rialzo di due punti percentuali, oltre i 40 punti dopo un massimo intraday a quota 49.
Il bilancio della settimana registra il Dow Jones in calo del 12%, lo S&P500 dell’11% ed il Nasdaq del -10,5%, tutti scesi in territorio di correzione.
Movimenti irrazionali anche sul mercato obbligazionario con il Tbond che nella settimana scende di 17 punti base al 1,13% e la scadenza biennale di 22 allo 0,88%.
Su queste basi, economisti ed investitori stimano una riduzione dei tassi di interesse di cinquanta punti base da parte della Fed nella seduta di marzo.
Otto degli undici settori dello S&P500 hanno chiuso in rosso con le utilities (-3,3%) che sorprendentemente non rivestono il ruolo di comparto più difensivo.
Petrolio in calo del 4,9% a quota 44,8 dollari al barile che porta la discesa settimanale al 16%, una delle peggiori in assoluto.
Giornata pesante anche per i metalli preziosi con l’oro in calo di oltre tre punti percentuali e l’argento di sei, penalizzati dalla necessità di fare cassa per coprire le perdite e rientrare nei margini sull’azionario.
Sul mercato valutario continua ad indebolirsi il dollaro che scivola a 1.104 nei confronti della moneta unica.