Obbligazioni – Rimbalzano le Borse, sprofonda il dollaro

Rimbalzo tecnico di inizio mese? Possibile. Dopo uno strike di cinque sessioni in perdita che ha portato Wall Street ad accumulare un ribasso superiore al 12%, i mercati sembrano trovare un po’ di forza per reagire nella speranza che la debacle mondiale e il continuo diffondersi dei focolai di contagio stia avvicinando sempre più il momento di un’azione coordinata transazionale, monetaria e fiscale, capace di arginare l’impatto sull’economia reale.

Il dato sulla produzione cinese registrato dall’indice Caixin di febbraio registra una caduta verticale al livello minimo dal 2004, da quando cioè l’indicatore è stato adottato. Non sorprende. Mentre è lecito attendersi che comportamenti simili, seppur più attenutati, potranno manifestarsi con ritardo nelle maggiori economie in ordine temporale coerente con l’esplosione del contagio (Giappone, Corea, Italia..).

Il forte indebolimento del dollaro o, letto in controluce, il forte apprezzamento dell’euro (considerata la robustezza del rimbalzo di quest’ultimo anche nei confronti delle altre valute principali) va forse visto come la prova del limitato spazio di ribasso per i tassi europei. Il T-bond è crollato in meno di una settimana all’1,11 e nelle ultime giornate hanno ceduto di schianto i tassi a breve col Treasury a due anni ormai vicino allo 0,80 con una pendenza di curva risalita a quasi 30 bps. In Europa il Bund ha limato qualche centesimo, ma “rende” -0,60% che in dieci anni significa una perdita certa di oltre il 6%, una performance non proprio invidiabile. Difficile immaginare spazi ampi di discesa. A due e cinque siamo al -0,7% e i conti sono presto fatti anche qui.

Il Btp, nella bufera delle Borse e nel Paradiso dei benchmark, balla forzatamente uno swing che lo tira da un verso all’altro costringendolo comunque ad un imbarazzante spread di 170 basis points come in un’oscillazione molto asimmetrica verso l’alto.

Ultima osservazione sui corporate high-yield (o forse sarebbe tempo di omettere il termine corporate) i cui dati parlando da sé: 462 bps lo spread in dollari con un balzo di 35 centesimi in un solo giorno, e 376 in euro, più contenuto è vero, ma direzionalmente inequivocabile.