Banco Bpm – Un piano sostenibile che punta sulla redditività

Il piano 2020-23 prevede un recupero di efficienza e redditività che permetteranno la distribuzione, nell’arco temporale coperto, di 800 milioni di dividendi grazie a una crescita dei ricavi sostenuta dalle commissioni e dal mantenimento costante del livello dei costi. È prevista una tenuta del piano anche in caso di uno scenario economico negativo al 2020.

È con una certa dose di coraggio e volontà di lanciare un messaggio positivo che Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, si è presentato alla comunità finanziaria per delineare il proprio piano 2020-23, in un momento in cui i mercati sono influenzati dall’emergenza Covid-19. Un piano, che ha tenuto a sottolineare l’Ad, ha una solida base in grado di tenere anche in uno scenario economico non favorevole.

Il piano prevede una crescita dei ricavi a 4.400 milioni nel 2023 (Cagr 2020-23 allo 0,6%) e il mantenimento di un livello stabile dei costi, che permetteranno un miglioramento della redditività, con il RoTE atteso al 7,2% nel 2023, e un utile netto a circa 770 milioni nel 2023 (Cagr 2020-23 del 4,3%).

“Il piano strategico 2020-2023 viene annunciato oggi, in un contesto sicuramente impegnativo per il Paese, con non poche incertezze sull’outlook macroeconomico 2020. La decisione di rispettare la tempistica originaria”, ha spiegato Castagna, “dà seguito coerente all’impegno del gruppo di svolgere un ruolo responsabile per l’interno sistema economico, sostenendo i colleghi e le loro famiglie e garantendo pieno supporto ai clienti. Il piano si caratterizza per obiettivi ambiziosi ma raggiungibili, anche in uno scenario macroeconomico sfavorevole nel 2020”.

Le principali linee guida del piano prevedono come primo obiettivo il ritorno alla remunerazione degli azionisti, con un monte dividendi previsto di 800 milioni nel triennio per i soci, per i quali nel 2019 è stata deliberata la prima cedola di 0,08 euro dalla costituzione dell’istituto nato nel 2017 dalla fusione di Banca Popolare di Milano e Banco Popolare.

Il secondo punto principale è il rilancio della produttività commerciale, dando seguito al trend avviato nel 2019 e beneficiando del riassetto e delle sinergie conseguite nel passato triennio. La sostenibilità dei proventi sarà guidata dalla specializzazione di servizi per la clientela private e imprese (in coordinamento con Banca Aletti e Banca Akros) e dall’omnicanalità offerta a clienti family e small business.

Per la trasformazione del modello di business sono previsti investimenti per 600 milioni in tecnologia e digitalizzazione. L’obiettivo è arrivare a un modello omnicanale in grado di garantire al cliente un’esperienza “seamless” ossia senza soluzione di continuità e perfettamente integrata tra i vari canali, aumentando l’utilizzo del canale digitale dal 74% all’84% e favorendo una relazione “paperless” con il cliente.

Gli oneri operativi rimarranno stabili a 2.600 milioni nel periodo, grazie a una significativa riduzione dei costi in grado di assorbire l’impatto del rinnovo del contratto dei dipendenti e gli investimenti in IT.

Per quanto riguarda il personale, in particolare, è previsto un ricambio generazionale favorito dall’uscita volontaria di 1.100 dipendenti che andranno in prepensionamento. Nel complesso il costo del personale del raggiungerà i 1.660 milioni nel 2023, in calo dai circa 1.700 milioni del 2019.

Nella tabella seguente riportiamo i principali target del piano.