Mercati – Milano (+0,3%) rallenta con il Vecchio Continente

Si riducono i guadagni delle borse europee, nonostante l’avvio positivo di Wall Street in scia all’esito delle primarie democratiche e le aspettative di nuovi stimoli da governi e banche centrali per contrastare l’impatto del coronavirus sulla crescita globale.

A Piazza Affari il Ftse Mib avanza dello 0,3% a 21.800 punti, in linea con l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%) ma arretrato rispetto al Cac 40 di Parigi (+1%), il Ftse 100 di Londra (+0,8%) e il Dax di Francoforte (+0,7%).

Avvio tonico per Dow Jones (+1,9%), S&P 500 (+1,3%) e Nasdaq (+1,3%), dopo le perdite di ieri prossime al 3 per cento.

Nel Super Tuesday statunitense le urne hanno decretato la vittoria di Joe Biden ai danni di Mike Bloomberg e del più radicale Bernie Sanders, ponendo l’ex vice di Obama in prima linea per diventare lo sfidante di Donald Trump alle presidenziali di novembre. Ipotesi gradita ai mercati in quanto garantirebbe minori stravolgimenti.

Gli operatori intanto attendono maggiori dettagli in merito alle misure garantite dal G7 per limitare gli effetti dell’epidemia, oltre a nuovi interventi da parte della Fed e delle altre banche centrali, dopo il taglio a sorpresa dei tassi di interesse effettuato ieri dalla banca centrale americana.

Intanto il bilancio dell’epidemia è salito a oltre 93 mila contagi, mentre i ministri delle finanze europei hanno ammonito sulla possibilità che Italia e Francia entrino in recessione.

In Italia il Pil finale del quarto trimestre 2019 ha evidenziato una crescita dello 0,1% su base annua e una flessione dello 0,3% rispetto al trimestre precedente.

Gli indici Pmi della Cina sono crollati a febbraio, mentre nell’eurozona l’indicatore della produzione composita è risultato invariato a 51,6 punti. Negli Usa, la stima Adp di febbraio sul mercato del lavoro ha superato le attese, anche se la lettura di gennaio ha subito una netta revisione al ribasso, in attesa del job report ufficiale in uscita venerdì.

Sul Forex, l’euro/dollaro ritraccia a 1,11 dopo il rialzo di ieri innescato dalla decisione della Fed. Il biglietto verde recupera lievemente terreno anche nei confronti dello yen, a 107,3. La sterlina viaggia poco mossa a 1,28 dollari mentre aumentano le prospettive di un intervento accomodante anche da parte della Bank of England.

Tra le materie prime scambiano in rialzo le quotazioni del greggio con il Brent (+1,7%) a 52,6 dollari e il Wti (+2,1%) a 48,2 dollari al barile, in attesa dei dati settimanali dell’Energy Information Administation sulle scorte statunitensi. Oro stabile a 1.640 dollari l’oncia.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si torna a quota 163 punti base, con il rendimento del decennale italiano in area 1 per cento. Il Treasury decennale statunitense intanto si attesta allo 0,96%, dopo esser sceso ieri sotto l’1% per la prima volta in 150 anni.

Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano le utilities, in particolare Enel (+4,2%), Snam (+3,3%) e Terna (+3,2%) mentre brucia i guadagni Exor (flat), spinta in precedenza dall’accordo con Covea per avviare trattative finalizzate alla cessione di Partner Re alla società assicurativa francese. Ancora sottotono Banco Bpm (-5%) all’indomani del nuovo piano, in coda al Ftse Mib insieme ad Amplifon (-5%).