Mercati Usa – Penalizzati dal taglio extra della Fed (Nasdaq-3%)

Indici americani sull’ottovolante con una forte volatilità per tutta la seduta. Tra il massimo dello S&P500, dopo l’annuncio del taglio extra dei tassi di interessi di mezzo punto base da parte della Banca Centrale, ed il minimo intraday ci sono stati cinque punti di oscillazione. L’indice termina con un calo del -2,8%, mentre il Dow Jones (-2,9%) si allinea al listino tecnologico (-3%) ed il Russell 2000 contiene le perdite ad un -1,4%.

Il taglio dei tassi estemporaneo, il primo dal 2008, ha rimarcato la situazione di emergenza e non ha allievato la tensione sui mercati. Si presume inoltre che un altro taglio verrà effettuato durante la riunione del prossimo 18 marzo.

VIX in rialzo del 10% a 36,8 punti con un minimo intraday a 24,9 ed un massimo a 41,10.

Tutti gli undici settori dello S&P500 hanno chiuso in rosso, sei dei quali con perdite superiori al due per cento ed in particolare la tecnologia (-3,8%) ed i finanziari (-3,7%). I meno penalizzati sono risultati l’immobiliare (-0,1%) e le materie prime (-0,8%).

Tra i titoli in forte correzione vi sono state le compagnie aeree che soffrono le continue cancellazioni di voli verso le tratte con maggiori contagi segnalati. Nel dettaglio American Airlines ha lasciato sul terreno il 5.4% e United Airlines il 4.9%.

Le banche, invece, temono, il calo dei tassi di interesse che impatta negativamente sui margini di intermediazione, con Bank of America che cede il 5.5%, mentre J.P. Morgan e Citigroup scivolano entrambe del 3.8%.

Mercato obbligazionario condizionato dalla decisione inaspettata del taglio dei tassi con il decennale americano che scende al di sotto della soglia dell’un per cento di rendimento allo 0,91%, chiudendo all’1,01% in calo di nove punti base, mentre la scadenza biennale cede dodici punti base allo 0,71% dopo un minimo intraday allo 0,61%.

Petrolio in recupero di oltre quattro punti percentuali a quota 47,30 dollari al barile, mentre il calo dei tassi galvanizza il rimbalzo dei metalli preziosi con l’oro che avanza di tre punti percentuali e l’argento di due.

Infine, il dollaro subisce passivamente la mossa della Banca Centrale scendendo a 1,117 nei confronti della moneta unica.