Seduta in calo per le borse europee, penalizzate anche dall’andamento negativo di Wall Street, sempre in scia ai timori legati al coronavirus.
A Milano il Ftse Mib chiude in ribasso dell’1,8% a 21.554 punti, mediamente in linea con il Dax di Francoforte (-1,5%), il Ftse 100 di Londra (-1,6%), il Cac 40 di Parigi (-1,9%) e l’Ibex 35 di Madrid (-2,5%).
Oltreoceano, arretrano anche Dow Jones (-2,2%), S&P 500 (-2%) e Nasdaq (-1,5%), con le compagnie aeree sotto pressione dopo l’allarme lanciato da IATA, che nel 2020 prevede un impatto fino a 113 miliardi di dollari in termini di mancati ricavi.
Gli operatori temono che gli interventi messi in atto finora da governi e banche centrali non siano sufficienti a contrastare l’impatto economico dell’epidemia, anche alla luce dei nuovi casi negli Stati Uniti, che hanno anche spinto la California a dichiarare lo stato di emergenza.
Sul Forex il dollaro torna ad indebolirsi nei confronti delle altre principali valute, consentendo all’euro di risalire a quota 1,119 e al cambio con lo yen di scendere a 106,6 nei confronti del biglietto verde, aspettando i dati di domani sul mercato del lavoro americano a febbraio.
Tra le materie prime l’oro balza a 1.660 dollari l’oncia, mentre scambiano poco mosse le quotazioni del greggio con il Brent (-0,5%) a 50,9 dollari e il Wti (-0,3%) a 46,7 dollari. Intanto l’Opec ha concordato di ridurre la produzione di greggio di 1,5 milioni di barili al giorno in risposta all’emergenza coronavirus, ma il taglio è stato respinto dalla Russia e per la decisione finale bisognerà attendere domani, quando si concluderà il vertice.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund risale a 175 punti base, con il rendimento del decennale italiano in risalita all’1,07 per cento.
Tornando a Piazza Affari, le vendite investono quasi tutti i titoli del Ftse Mib, in particolare Juventus (-5,85%) che uscirà dal listino principale il 23 marzo, Ubi (-5,8%) e Saipem (-5,1%). In controtendenza Exor (+1%) e Leonardo (+1%).
