Brembo ha chiuso il 2019 con risultati che dimostrano la capacità di gestire in maniera efficace le strategie di lungo termine, in un contesto di mercato particolarmente sfidante, che ha pesato per l’intero anno sul settore automotive a livello globale.
Come si legge nella nota, il gruppo ha registrato performance che, seppure in leggero calo rispetto ai risultati del 2018, restano superiori alla media del mercato di riferimento, riuscendo altresì a mantenere buoni livelli di marginalità.
Nel dettaglio, i ricavi sono diminuiti dell’1,8% a 2.592 milioni (-1,3% a perimetro costante).
Per quanto riguarda i segmenti di mercato, le applicazioni per auto sono in diminuzione del 3,7% in conseguenza dei pesanti cali generalizzati sul mercato dei veicoli a quattro ruote; tutti gli altri settori sono in crescita: +5,7% le applicazioni per motocicli, +1,7% i veicoli commerciali, +7,5% il settore delle competizioni.
A livello geografico, le vendite calano dell’1,1% in Italia, del 15,3% in Germania e dell’1,7% in Francia, mentre crescono del 3,2% nel Regno Unito. Per quanto riguarda i paesi asiatici, l’India cresce del 12,1%, la Cina del 2,8%, mentre il Giappone è in calo dell’8%.
Le vendite in Nord America (USA, Canada e Messico) sono in aumento dello 0,5%, mentre il Sudamerica decresce del 13,9% per effetto del deconsolidamento della società argentina (+12,4% a parità di perimetro).
L’Ebitda è cresciuto del 2,9% a 515 milioni e un’incidenza sui ricavi salita al 19,9% (+90 punti base). Al netto dell’effetto del principio contabile IFRS 16, l’Ebitda si attesta a 491,5 milioni con una marginalità al 19%.
L’Ebit invece è diminuito del 7,7% a 319 milioni con un ros al 12,3% (-80 punti base), complice l’incremento degli ammortamenti del 26% a 197 milioni (176,5 milioni al netto dell’IFRS 16). A parità di principi contabili, l’Ebit risulta pari a 315 milioni.
Il periodo si è chiuso con una diminuzione dell’utile netto del 2,9% a 231 milioni. Gli oneri finanziari netti ammontano a 11,1 milioni dai 19,9 milioni nel 2018 e sono composti da differenze cambio nette positive per 3,2 milioni (negative per 6,2 milioni nel 2018) e da altri oneri finanziari netti per 14,3 milioni (13,7 milioni l’anno precedente). Al netto dell’effetto del principio contabile IFRS 16, gli oneri finanziari netti ammonterebbero a 9,3 milioni.
La stima delle imposte, calcolata sulla base delle aliquote previste dalla normativa vigente, risulta pari a 68,2 milioni, con un tax rate del 22,2%, rispetto agli 83,9 milioni del 2018 (tax rate 25,8%).
Il risultato è stato appesantito da un onere di 6,4 milioni iscritto alla voce risultato derivante da attività operative cessate e legato all’impianto argentino.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 346 milioni, in aumento rispetto ai 137 milioni al 31 dicembre 2018. Escludendo l’impatto dell’IFRS 16, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 150 milioni.