Nel 2019 il gruppo Massimo Zanetti Beverage ha realizzato ricavi pari a 914,5 milioni, in crescita del 2,6% a cambi correnti su base annua (+0,2% a cambi costanti).
Una dinamica riconducibile prevalentemente all’impatto dei tassi di cambio (+2,4%), e all’incremento dello 2,5% dei volumi di vendita di caffè tostato, dinamiche solo parzialmente assorbite dal calo dei prezzi di vendita del caffè tostato (-2,3%) conseguente alla diminuzione del prezzo medio di acquisto del caffè verde.
Si ricorda che a partire dal 1° gennaio 2019 è stato applicato il principio “IFRS 16”.
Il gross profit è salito del 4,9% a 407,7 milioni, una dinamica prevalentemente riconducibile all’impatto delle fluttuazioni dei tassi di cambio (per 6,7 milioni) e all’incremento del Gross Profit derivante dalla vendita del caffè tostato.
L’incremento del Gross Profit relativo alla sola vendita di caffè tostato (+2,3%) è a sua volta principalmente riconducibile all’incremento dei volumi di caffè tostato (+2,8%) parzialmente compensato dalle dinamiche dei prezzi di vendita e del costo di acquisto rispettivamente di caffè tostato e caffè verde oltreché al diverso mix rilevato nei canali nel 2019 e 2018 (-0,5%)
L’Ebitda è aumentato del 13% a 80,5 milioni, mentre il dato ante IFRS 16 ha registrato un calo dell’1,5% a 70,2 milioni. L’Ebit è diminuito del 6,6% a 34 milioni, in presenza di ammortamenti saliti del 33,4% a 46,5 milioni per effetto soprattutto dell’applicazione del suddetto principio contabile, che ha determinato un incremento della voce di 9,3 milioni.
Al netto di oneri non ricorrenti per 3,5 milioni principalmente legati ad alcuni progetti di efficientamento avviati nelle controllate nonché al rilancio della gamma Segafredo in Italia nel canale Mass Market, l’Ebitda adjusted e l’Ebit adjusted hanno registrato rispettivamente un incremento del 13,9% a 84 milioni (+0,1% a 73,8 milioni ante IFRS 16) e un calo del 3,5% a 37,5 milioni.
Gli oneri finanziari netti sono saliti del 17,6% a 9,6 milioni, riflettendo anche l’incremento di 1,3 milioni per effetto IFRS 16.
Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto diminuito del 25,1% a 14,4 milioni mentre ante Ifrs 16 tale aggregato segna un calo del 24,1% a 14,6 milioni.
Su base adjusted l’utile netto è diminuito del 17,5% a 18 milioni e del 16,4% a 18,2 milioni prima dell’applicazione del suddetto principio contabile.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 266,5 milioni, in aumento di 91,8 milioni rispetto a fine 2018 mentre ante Ifrs 16 tale aggregato è stato pari a 219,3 milioni (+44,6 milioni).
Dinamiche che hanno scontato soprattutto assorbimenti di cassa per investimenti non ricorrenti per complessivi 53,5 milioni.
L’indebitamento finanziario netto consolidato escludendo l’acquisizione di Cafe’ Pacaembu e l’impatto dell’IFRS 16 è pari a 194 milioni.
Il management, in considerazione dei risultati conseguiti nel 2019 e sulla base degli andamenti ad oggi osservabili, si attende per l’esercizio 2020, una leggera crescita dei ricavi consolidati derivanti da miglioramento del mix di prodotto e canale e crescita dei volumi in linea con il trend dei mercati di riferimento; Ebitda adjusted consolidato stabile rispetto all’esercizio precedente e un indebitamento finanziario netto intorno a 250 milioni con investimenti previsti di circa 50 milioni.