Il tentativo di rimbalzo registrato in mattinata dalle principali piazze del Vecchio Continente dopo il crollo di ieri si è esaurito velocemente nel corso della seduta, con Milano che ha chiuso le contrattazioni a 17.870 punti (-3,3%).
L’Ibex35 di Madrid ha lasciato sul terreno il 3,2%, il Cac40 di Parigi l’1,5%, il Dax30 di Francoforte l’1,4% mentre il Ftse 100 di Londra ha guadagnato lo 0,2%.
Oltreoceano, intorno alle ore 18:00, Wall Street si mantiene sopra la parità, con il Nasdaq a +1,8%, lo S&P500 a +1,5% e il Dow Jones a +1,2%.
L’incertezza riguardante l’impatto e il timing delle misure annunciate dal presidente Usa Donald Trump per sostenere l’economia ha rallentato l’andamento dei listini americani, posticipando il ritorno del denaro in Europa.
Gli investitori restano in attesa di capire ora ulteriori dettagli sulle tempistiche che favoriranno un ritorno degli acquisti.
Il presidente degli States avrebbe annunciato nel dettaglio un possibile taglio delle tasse a favore dei lavoratori dipendenti, in aggiunta al pacchetto da 8,3 miliardi di dollari varato la scorsa settimana.
Le speranze degli operatori continuano al tempo stesso ad essere rivolte verso un’azione congiunta delle banche centrali in grado di rianimare i mercati globali scossi dal più grande crollo post crisi finanziaria del 2008.
Se da un lato il taglio a zero dei tassi di interesse da parte della Fed sembra essere ormai cosa scontata, domani e giovedì sono attesi maggiori dettagli dalle manovre della Boe e della BCE.
Nel frattempo l’Italia resta l’osservata per eccellenza dopo le recenti misure restrittive imposte dal governo per combattere la diffusione del virus che presto potrebbe diventare una vera e propria pandemia come indicano gli esperti dell’OMS.
Indicazioni positive arrivano invece dalla Cina, dove la situazione sembra essere entrata in una fase di miglioramento.
Sul Forex, il dollaro recupera terreno nei confronti delle altre valute con il cambio Eur/Usd a 1,1310 e il cambio Usd/Jpy a 104,28.
Sul mercato delle commodities, l’oro scende a 1.653 dollari l’oncia. In ripresa le quotazioni del greggio grazie all’apertura del ministro dell’Energia russo all’Opec, dopo il peggior crollo del greggio dalla guerra del Golfo del 1991: WTI (+8,3%) a 33,70 dollari al barile e Brent (+8,6%) a 37,31 dollari al barile.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano sale all’1,38% con il relativo spread verso il bund tedesco a 224 punti base. Il tutto, mentre il governo italiano sta studiando un pacchetto di aiuti da 10 miliardi per fronteggiare il momento negativo, oltre a valutare di portare l’obiettivo del deficit per il 2020 al 2,8% rispetto al 2,5% già chiesto a Bruxelles.
Tornando a Piazza Affari, Diasorin chiude in testa a +3,4%. Denaro anche su Buzzi (+2,4%), STm (+0,8%) ed Eni (+0,8%). In coda Atlantia (-8,2%).