Nel 2019 MolMed ha riportato ricavi operativi pari a 36,3 milioni, in progresso del 21,4% su base annua. Un incremento che riflette in particolare la crescita registrata dal business conto terzi (+41,8%), raggiunta grazie all’espansione del portafoglio clienti, soprattutto con l’ingresso a metà 2018 del progetto oncologico di GSK, e grazie ai nuovi progetti acquisiti dai clienti già esistenti.
La dinamica positiva del giro d’affari si è riflessa sulla gestione operativa, con l’Ebitda tornato positivo a 3,3 milioni da un deficit di 2,2 milioni e l’Ebit che ha ridotto la perdita a 0,2 milioni dal precedente valore negativo di 3,9 milioni, nonostante ammortamenti e svalutazioni più raddoppiati a 3,5 milioni a seguito principalmente dell’applicazione del principio IFRS 16.
Gli oneri finanziari netti sono diminuiti a 0,1 milioni dai precedenti 0,3 milioni.
Il periodo in esame si è chiuso con una perdita netta in forte calo a 0,4 milioni dai precedenti 4,1 milioni.
Sul fronte patrimoniale la liquidità netta si è attestata a 1,4 milioni, in calo di 15,1 milioni rispetto a fine 2018.
Al netto degli effetti IFRS 16 la liquidità netta sarebbe stata pari a 9,9 milioni, in diminuzione di 6,6 milioni rispetto a fine 2018.
Guardando ai prossimi mesi la società sta lavorando per ampliare ulteriormente il proprio portafoglio clienti e dei relativi progetti, sia in ambito vettori virali che cellule, tanto nel settore dell’oncologia che in quello delle malattie rare.
Inoltre sta aumentando gli investimenti tanto sulla scala produttiva quanto sulle tecnologie a supporto di sviluppo e produzione conto terzi.
Nel contempo, alla luce del ritiro del CMA di Zalmoxis, la società potrà destinare tanto gli spazi produttivi quanto le risorse umane in precedenza dedicati alla produzione di TK per ampliare l’offerta della CDMO.
L’attività di ricerca sui prodotti proprietari verrà mantenuta, ma resterà focalizzata sulle terapie CAR, con particolare riguardo allo sviluppo clinico di CAR-T CD44v6 nei tumori liquidi (AML e MM).
Verrà poi valutata all’interno del progetto EURECART la possibilità di ampliare i centri clinici nei paesi approvati per aumentare le possibilità di reclutamento di pazienti.
Per quanto riguarda infine lo sviluppo della pipeline early stage, la società ha definito delle milestones scientifiche, i cui risultati sono attesi entro la fine del primo trimestre del 2020, che consentano di valutare se proseguire o meno l’avanzamento dei progetti allo studio in base al loro potenziale di un successivo passaggio alla fase clinica.